La farfalla granata, occasione sprecata: poco calcio per una fiction che sarebbe stata utile alle nuove generazioni
La farfalla granata non racconta al meglio la storia di Gigi Meroni, dimenticandosi di seguire la sua carriera calcistica e fermandosi sulla vita privata. Ma così la fiction perde l’occasione di far conoscere questo personaggio al pubblico
“La farfalla granata” può essere una fiction da seguire sotto diversi punti di vista: quello dell’appassionato di calcio che vuole seguire la storia di un calciatore dal grande talento come Gigi Meroni; quello del curioso che vuole sapere qualcosa di più su questo personaggio che fuori dal campo si dilettava nel disegno e nella moda e quello di chi vuole seguire la storia difficile tra il protagonista ed una donna sposata.
Come la si sia guardata, però, non cambia il fatto che il film-tv di Raiuno sia stato molto deludente. Forse un’unica serata per raccontare una storia che unisce calcio e vita privata era troppo poca. O, forse, la fiction non sa raccontare il calcio, anche quando il suo protagonista è un personaggio che oltre al calcio aveva altro da dire.
La storia di Meroni, d’altra parte, aveva molto da dire, e la fiction prova a concentrarsi sulla vita privata del protagonista. Il risultato, però, non riesce a convincere il pubblico: la storia di ribellione ad un senso comune troppo conservatore diventa solo uno sfondo nel quale buttare le vicende di Meroni (interpretato da Alessandro Roja), perdendo così la possibilità di dare risalto ad un personaggio amato dai tifosi.
Loro, i tifosi, saranno rimasti delusi dal vedere un racconto che di calcio parla davvero poco: le scene sul campo servono a collegare le vicende private di Meroni, e non a raccontare la crescita del calciatore. Preferire la storia d’amore con Cristiana Uderstadt (Alexandra Dinu) all’evoluzione sportiva di Meroni, con la difficoltà di lasciare il Genoa per spostarsi a Torino, svilisce il racconto di un personaggio che, invece, è ricordato proprio per la sua abilità sul campo.
“La farfalla granata” diventa un teleromanzo senza desiderio di mostrare alle nuove generazioni un calciatore che sapeva di poter essere altro dal semplice uomo con indosso una maglia. Un’occasione che manca totalmente la rete, sia per quanto riguarda la sceneggiatura, piatta e senza pathos, sia per quanto riguarda la colonna sonora e qualche svista tecnica, come quando, in una scena, un tecnico finisce sul riflesso del parabrezza di un’auto.
Si poteva fare di più, per “La farfalla granata”: un lavoro più concentrato sul personaggio, al di là della sua storia d’amore, che riuscisse a rendere pienamente l’originalità di un personaggio con numerose passioni e senza timore di subire il giudizio degli altri avrebbero reso più onore ad un calciatore che meritava maggiore attenzione ai dettagli.