Rai e il rischio commissariamento: cosa significa?
Cda Rai – La commissione di Vigilanza ci riprova. Ma intanto lo chiedono a gran voce il Pd e l’Udc: «Intevenga il Governo, l’azienda va commissariata». La questione era già stata sollevata più volte nei mesi scorsi, ma ora si fa strada in maniera prepotente, vista la clamorosa anomalia della doppia fumata nera di ieri
Cda Rai – La commissione di Vigilanza ci riprova. Ma intanto lo chiedono a gran voce il Pd e l’Udc: «Intevenga il Governo, l’azienda va commissariata». La questione era già stata sollevata più volte nei mesi scorsi, ma ora si fa strada in maniera prepotente, vista la clamorosa anomalia della doppia fumata nera di ieri e degli eventi di oggi, con un membro del Pdl che si dimette dalla Commissione di Vigilanza – si rifiutava di seguire le direttive del partito, a quanto pare – e viene sostituito istantaneamente da Schifani con un uomo di Coesione nazionale (vicino a Berlusconi).
La farsa politica, dunque, non si arresta. E mentre Zavoli chiede il voto a oltranza per oggi, 5 luglio, si profila anche l’ipotesi del commissariamento. Ma cosa significherebbe?
Il commissario straordinario, nell’ordinamento italiano, è generalmente un dirigente la cui nomina è effettuata dall’esecutivo. La figura dovrebbe essere utilizzata per far fronte a situazioni emergenziali, a incarichi straordinari o urgenti, che non possano essere espletati risolvemdoli con il regime ordinario. Al commissario afferiscono svariati poteri – che devono essere, di norma, stabiliti dal decreto di nomina – ed ha il diritto di deroga all’ordinamento vigente; può operare con procedure accelerate, anche nei bandi per i lavori pubblici, che possono subire modifiche, andare in deroga alle leggi su appalti e subappalti, decarere, essere “a chiamata” e via dicendo.
La figura del commissario straordinario è istituita e regolamentata dalla legge 400/88, che definisce gli ambiti in cui si possono creare figure commissariali:
«al fine di realizzare specifici obiettivi deliberati dal Parlamento o dal Consiglio dei ministri, o per particolari e temporanee esigenze di coordinamento tra amministrazioni statali, può procedersi alla nomina di commissari straordinari del Governo».
Per avere un’idea della quantità di commissari che esistono in Italia, c’è una bella puntata di Report dedicata al tema. Ma qualora la commissione di Vigilanza non arrivasse al dunque e si profilasse davvero il commissariamento, cosa ne sarebbe del cda e simili?
Anche qui, dipende dalla libertà di poteri con cui, eventualmente, avrà mandato di azione il commissario: si potrebbe profilare una serie di nomine dall’alto, per un periodo transitorio. In genere questo tipo di mandati ha un termine prefissato in scala temporale ma anche in obiettivi da raggiungere (ad esempio, fino al risanamento, o simili).
Di base, comunque, l’eventuale commissario avrà piena facoltà di azione in tutti i campi e dovrà rendere conto, al massimo, al Ministero del Tesoro e alla Corte dei Conti.
A molti, forse, potrà sembrare una soluzione auspicabile. Per quel che mi riguarda, ritengo che faccia parte di quella tipologia di soluzione “decisionista” che non fa che costruire altre storture su fondamenta storte e fragili.
D’altro canto, la politica dimostra una volta di più il suo fallimento. E anche se fra poche ore, finalmente, uscissero fuori i nomi, non si potrà dimenticare questo patetico, agghiacciante teatrino che sta paralizzando da mesi il servizio pubblico televisivo.