Adriano Olivetti, la forza di un sogno: la fiction sulla speranza e sulla voglia di migliorare
Adriano Olivetti, la forza di un sogno riesce a raccontare una storia di speranza ed un personaggio che credeva nel lavoro in un’Italia in difficoltà. Bravo Zingaretti, ottima la regia, qualche difficoltà nella sceneggiatura
C’è bisogno di speranza, in un’Italia in crisi e che cerca di risollevarsi da troppo tempo. C’è bisogno di gente come Adriano Olivetti, di persone capaci di non arrendersi e di credere che un futuro migliore sia possibile. E’ questo il bel messaggio che emerge dalla fiction di Raiuno che, complice la bravura del protagonista Luca Zingaretti, regala al pubblico una storia carica di emozioni e di nostaglia.
L’Italia di Olivetti è un’Italia appena uscita dalla guerra, in difficoltà, ma che potrebbe anche trovare l’occasione di dimostrare a livello internazionale di non saper mollare la presa e di voler tornare ad essere un Paese capace di prendersi cura della propria gente. Il film-tv, così, trova l’altro lato di un periodo storico tanto abusato nelle fiction come il secondo dopoguerra: la voglia di rimboccarsi le maniche e di non piangersi addosso, di tornare a lavorare e di sorridere.
Su questo ottimismo spinge la sceneggiatura, che dopo una prima parte un po’ “da sussidiario” trova la giusta direzione, rivolgendosi all’impegno di Olivetti sia in ambito industriale che politico. La sua idea di lavoro, di benessere e di innovazione va di pari passo con la linea politica che matura in quegli anni. Sebbene quest’ultima resti in secondo piano, la fiction sottolinea la forza del protagonista nel voler dimostrare la validità del proprio pensiero, sia nella realizzazione di nuovi impianti, sia nella stampa di volumi che diffondono il pensiero di Olivetti, fondatore del Movimento Comunità.
Perchè Adriano Olivetti è stato questo: un innovatore capace di vedere in un Paese piegato dalla guerra un’opportunità per cambiare le cose. Molto bello il discorso che rivolge ai suoi operai, che riassume il suo pensiero e la sua determinazione. Una determinazione che, oggi, si fa fatica ad individuare in quegli stessi industriali alle prese con un Paese se non nella stessa situazione di quei tempi, comunque stufo di restare al palo.
Grazie all’ottima regia di Michele Soavi, “Adriano Olivetti, la fora di un sogno” va oltre i personaggi, e rende la stessa fabbrica protagonista: dai dipendenti fino alla mitica Lettera 22, anche questo è Olivetti. Quel che si potrebbe contestare è, come detto, la partenza della fiction, con un tocco di thriller ed un’accelerazione eccessiva sui personaggi che allontanano il pubblico dalle vere intenzioni del film-tv.
Fortunatamente, seppure con qualche svista nei dialoghi ogni tanto, “Adriano Olivetti, la forza di un sogno” riesce a mostrare al pubblico un personaggio la cui visione di un futuro al servizio di tutti e non di pochi dovrebbe essere più alla portata dei cittadini di oggi. Al di là delle visioni politiche, la speranza non è mai troppa.
