Belen Rodriguez: “Barbara d’Urso mi ha prima diffamato e poi censurato minacciando di querelare Mediaset”
La showgirl argentina a Valerio Staffelli dice che è “meglio un vaffa sentito e sicuro che una diffamazione molto più lunga, lenta e subliminale, che è molto peggio”.
Continua l’imperdibile saga Belen versus d’Urso ed il nuovo capitolo stavolta si svolge con la complicità di Striscia la notizia. Ieri, infatti, è andata in onda la consegna del tapiro d’oro da parte di Valerio Staffelli alla showgirl argentina che nei giorni scorsi aveva denunciato di essere stata vittima di censura per volere della conduttrice napoletana. La vicenda riguarda l’intervista doppia rilasciata a Le Iene da Belen e dal marito Stefano De Martino in cui sono presenti critiche e ironie nei confronti dell’ex dottoressa Giò, mandata in maniera plateale a quel paese (e che per questo si è sentita diffamata). L’argentina a Staffelli ha spiegato quanto avvenuto:
Ci hanno censurato. Non so se ci hanno censurato perché ho parlato delle luci della zia d’Urso, perché ho detto della ninna nanna della zio d’Urso oppure perché l’ho mandata a quel paese. Però, quando uno manda a quel paese, la persona è libera di andarci o di restare dove sta.
Belen ha detto che è “meglio un vaffa sentito e sicuro che una diffamazione molto più lunga, lenta e subliminale, che è molto peggio” facendo riferimento alle puntate di Pomeriggio Cinque e Domenica Live nelle quali la d’Urso ha trattato in maniera non imparziale (per usare un eufemismo) il matrimonio della conduttrice di Italia’s got talent, mettendone il luce alcuni aspetti controversi.
La Rodriguez ha precisato che “la mia era ironia e non l’ha saputa cogliere” e ha ribadito che “non si può censurare un vaffa, il vaffa è lecito. È libertà di parola, non è un reato”. Infine, ha esplicitato in maniera ancora più netta l’accusa a Barbarella svelando quanto sarebbe successo mercoledì mattina a Mediaset:
Ha fatto una riunione ai piani alti e ha chiesto la censura perché non andava bene. Perché avrebbe querelato sia Mediaset sia la sottoscritta.
In questa vicenda dare torto a Belen è davvero difficile, soprattutto per la clamorosa ingenuità commessa dalla d’Urso nella richiesta di rimozione del video.