Last Cop-L’ultimo sbirro, su Raiuno il poliziotto tamarro degli anni Ottanta ai giorni nostri
Su Raiuno Last Cop-L’ultimo sbirro, serie tv tedesca con protagonista Henning Baum nei panni di un poliziotto che si risveglia dopo vent’anni di coma e deve imparare al vivere nel mondo di oggi
Raiuno “scippa” una serie tv che sarebbe potuta andare in onda su Raidue, già ricca di telefilm e casa italiana della serialità tedesca. Perchè “Last Cop-L’ultimo sbirro”, in onda da stasera alle 21:10, è l’ennesimo poliziesco tedesco, che però ha convinto i vertici della prima rete Rai tanto da accaparrarselo come prima tv estiva.
Cos’ha di particolare questo nuovo telefilm rispetto agli altri dello stesso Paese già in onda? Innanzitutto, “Last Cop” va in onda su Sat.1 dal 2010, con tre stagioni già trasmesse ed una quarta in produzione. Un successo che si deve anche al suo protagonista, Henning Baum, interprete del commissario Mick Brisgau, un poliziotto vecchio stampo: maschilista, rude e pronto alle risse.
Negli anni Ottanta, Mick viene ferito alla testa e finisce in coma. Vent’anni dopo, si risveglia, e scopre che il mondo che conosceva è cambiato: dalla politica alla società, dalle mode alla tecnologia, Mick si deve abituare ad un ambiente tutto nuovo, ma è determinato a portare dentro di sè, sia all’esterno che all’interno del commissariato di Essen, quel carattere oggi “antico” ma che lo aveva reso uno dei migliori.
Last Cop-L’ultimo sbirro
Vivere al giorno d’oggi, però, per lui non sarà facile: i cellulari e le nuove tecniche di indagine non fanno per lui, che continua ad indagare come se fosse negli anni Ottanta, creando difficoltà al suo collega Andreas Kringge (Maximilian Grill), personaggio tranquillo e più razionale.
Il machismo di Mick viene messo in evidenza anche nella vita di tutti i giorni: non riesce a digerire il calcio femminile, il fatto che gli uomini vadano nelle spa, e tutto ciò che può capovolgere il suo modo di vedere la vita e di etichettare le persone.
“Last Cop-L’ultimo sbirro”, insomma, prende molto da “Life on mars”, senza però sfruttare l’elemento onirico della serie inglese, ma solo l’insieme di situazioni che possono verificarsi quando due generazioni si incontrano. Qui, inoltre, c’è più spazio per la comedy, con gag che ruotano intorno al protagonista tamarro ed al collega serioso.
Il telefilm, insomma, parte da questa base per domandarsi se si stava meglio vent’anni fa od oggi: un modo per mettere a confronto idee e stili di vita di due generazioni, proponendo un amarcord che, per la sua originalità oltre gli schemi del poliziesco, potrebbe incuriosire il pubblico di Raiuno.