Canale5, alla ricerca di un’identità nostalgica
C’è aria di trattative in corso ai piani alti del Biscione (il 14 gennaio inizia il nuovo periodo di garanzia). Che la rete, negli ultimi mesi, non se la sia passata bene, lo confermano il tracollo della fascia pomeridiana e i diversi esperimenti falliti sul piano dell’intrattenimento, dal quiz show al reality. Canale5 stava perdendo
C’è aria di trattative in corso ai piani alti del Biscione (il 14 gennaio inizia il nuovo periodo di garanzia). Che la rete, negli ultimi mesi, non se la sia passata bene, lo confermano il tracollo della fascia pomeridiana e i diversi esperimenti falliti sul piano dell’intrattenimento, dal quiz show al reality. Canale5 stava perdendo punti in quanto a credibilità e identità. Massimo Donelli, che si è da pochi mesi insediato nella poltrona dirigenziale dell’ammiraglia Mediaset, ha deciso finalmente di far sentire la propria voce in capitolo comunicando le novità più o meno clamorose della nuova stagione.
Innanzitutto, lo sbarco in prima serata di Cultura moderna, su cui si investe in termini di promozione competitiva grazie a una veste presumibilmente rinnovata.
Poi la vera rivelazione che sa di nostalgico: Game show Marathon, basato su un format inglese di proprietà della Grundy, che ripercorre tutti i giochi che hanno fatto la storia delle tv commerciali del mondo puntando sulla forza dei grandi classici di Canale5, come Ok il prezzo è giusto…
Il neo-direttore ha incontrato per la prima volta (la nomina risale a 85 giorni fa) i giornalisti a Roma, con l’intento di ridurre la distanza chilometrica che lo separa dalle produzioni più importanti della capitale, come quelle del Parioli o di Cinecittà, e di chiarire ufficialmente la politica commerciale promossa dal suo mandato.
Tre niente sono la sua parola d’ordine:
“Niente nudi, niente gossip e niente volgarità. L’ho detto e l’ho fatto quando ero direttore di Tv Sorrisi e Canzoni e lo farò ora che guido Canale 5”.
Donelli dice di voler abolire la parola controprogrammazione anche durante il prossimo Festival di Sanremo, promettendo che il palinsesto non subirà variazioni dettate dalla concorrenza. Peccato che, quando gli chiedono se la fiction Nati ieri sia stata spostata per lo spauracchio di Butta la luna, risponda con fare incoerente che si voleva tutelare un prodotto di lunga serialità:
“Non a caso, nelle prime tre puntate abbiamo avuto una sorta di corridoio che gli ha permesso di essere il programma più visto della serata. Se faccio televisione, non posso non tenere conto del contesto e, se devo proteggere un prodotto, lo faccio”.
Altra parola d’ordine del Canale 5 targato Donelli, i marchi:
“I programmi che durano da tanti anni, i marchi appunto, sono l’essenza della nostra tv. Non a caso in primavera ne proporremo alcuni che sono, ormai, dei classici della tv italiana come Striscia la notizia, che compie vent’anni, Scherzi a parte, che ne ha dieci, il Grande Fratello, arrivato alla settima edizione, La Corrida alla quindicesima e Amici alla sesta”.
Mentre non è previsto nessun ritorno per ora di Lorella Cuccarini, né tantomeno di Claudio Lippi, e la stessa Barbara D’Urso non condurrà nessun programma in primavera, viene ribadita la possibilità di sostituire Conversando con Chi vuol essere milionario di Gerry Scotti.
Più che guizzi di genio, qui ci si adagia sugli allori del revival, rinunciando ancora una volta a una prerogativa importante: la sperimentazione.
A quanto pare, la vera novità resta un lusso del satellite, mentre Mediaset che potrebbe osare di più pare proprio emulare i tradizionalismi di mamma Rai.