Celentano: “Sky ha interrotto la produzione del cartone Adrian”. Pronta un’azione legale contro “il consueto cinismo delle multinazionali”
Il Clan Celentano in una nota inviata all’Ansa sottolinea l’intenzione di avviare pratiche legali contro Sky, colpevole di aver sospeso il cartone “Adrian”
Dopo la Rai, Adriano Celentano attacca anche Sky, colpevole di avere annullato la serie animata Adrian. In una nota spedita all’Ansa, il Clan Celentano specifica che
“Dopo anni di duro lavoro alla nostra serie animata ‘Adrian’, Sky Italia ha improvvisamente richiesto la risoluzione del contratto sottoscritto con la nostra società, con il pretesto di non avere ricevuto in consegna la serie nei tempi previsti”.
Tempi che, sempre secondo quanto reso noto dal Clan Celentano, erano stati
“concordemente differiti da Clan Celentano e Sky Italia al 2013 (primi 13 episodi) e inizio 2014 (secondi 13 episodi), per la complessità e innovatività del progetto, come è già capitato per analoghe opere artistiche di eccezionale originalità, e la lunghezza della serie in animazione (26 episodi)”.
Il cartone avrebbe dovuto coinvolgere, tra l’altro, gli sceneggiatori della scuola Holden di Alessandro Baricco, e artisti italiani del calibro di Nicola Piovani, Milo Manara e Vincenzo Cerami.
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La decisione di Sky è arrivata
“in spregio dei moltissimi materiali prodotto nel frattempo dal Clan, della qualità ricercata, del talento e della passione di chi lavora con noi alla realizzazione di un’opera di particolare ambizione, estrosità e fantasia come ‘Adrian’. Difenderemo strenuamente i posti di lavoro di tutti coloro che collaborano con noi su questo progetto, nonché i diritti nostri e di Adriano Celentano”.
Il Clan Celentano – specifica la nota – non esclude di ricorrere anche a tutte
“le pratiche legali necessarie ad ottenere l’adempimento delle obbligazioni contratte da Sky Italia nei nostri confronti e il risarcimento di tutti i danni, qualora Sky Italia proseguisse su questa linea”
L’obiettivo dichiarato è contrastare
“in ogni modo questo tentativo di trasformare le esigenze artistiche di creazione di un opera inedita ed ambiziosa, in una inadempienza contrattuale con il consueto cinismo delle multinazionali”.