Home Notizie Paola Ferrari contro Caressa: “Rai Sport non dà 200 mila euro agli opinionisti”

Paola Ferrari contro Caressa: “Rai Sport non dà 200 mila euro agli opinionisti”

La conduttrice di Stadio Europa risponde alle critiche mosse a Rai Sport per la copertura degli Europei 2012

pubblicato 29 Giugno 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 03:48

Paola Ferrari non ci sta. Per la prima volta risponde ufficialmente alla marea di critiche ricevute da Rai Sport per la copertura degli Europei 2012, in un’intervista al Tv Sorrisi e Canzoni.

La bionda giornalista si trincera, come si fa in questi casi, dietro gli ottimi ascolti:

“Il pubblico ci premia. La gente ci segue con affetto e perfino le partite minori hanno registrato ascolti importanti. I critici fanno il loro lavoro. E va benissimo se è in buona fede e non si manca di rispetto alle persone. Io, però, resto della mia opinione: il direttore di Rai Sport Eugenio De Paoli e il suo vice Jacopo Volpi hanno offerto una copertura senza precedenti dell’evento”.

Addirittura la Ferrari difende anche le telecronache:

“Gentili, Cerqueti e gli emergenti Rimedio e Lollobrigida non mi sembrano inferiori ai telecronisti della concorrenza. E poi non dimentichiamo che la Rai ha installato i maxi schermi nelle zone terremotate portando un po’ di gioia a quelle popolazioni. Non scorderò quando abbiamo messo in collegamento un bambino della tendopoli con Gigi Buffon. Avevo i brividi”.

Quanto alle critiche rivolte direttamente a lei, ribatte:

Foto | © TMNews.

“Se la critica è costruttiva io ascolto e prendo nota. Ma se l’appunto che si muove è ‘la Ferrari è illuminata male’ che cosa vuole che dica? Dovrei invitare Aldo Grasso in studio e fargli vedere che i riflettori sono gli stessi che usano gli altri colleghi. Per fortuna contano altre cose. C’è stata una partita interrotta per un’ora per un nubifragio. Durante quell’ora siamo andati in onda dallo studio con il 27% di share. Anche le critiche allo studio le ho trovate eccessive. Per me è bello. Semmai non mi piace che ce ne sia solo uno. Avrei preferito un ambiente più grande, dove ci si possa muovere di più”.

Dulcis in fundo, arriva la frecciatina più penetrante. Quella rivolta a Fabio Caressa, che ha invitato la Rai a cambiare schema:

“Non entro in queste beghe. Diciamo che ci sono persone che hanno stile e altre che non ce l’hanno. A me pare che abbiamo una bellissima squadra. Dall’umanità di Serse Cosmi alla competenza di Emiliano Mondonico, cosa si può desiderare di meglio? Certo, se poi uno paga gli opinionisti 200 mila euro, come fanno altri, arrivano le superstar. In Rai però queste cifre non ci sono”.

Quando si dice, un perfetto esempio di aziendalismo dall’autocritica non pervenuta.