Sanremo: l’auspicato ritorno di Dorelli
Ormai è ufficiale: l’edizione di Sanremo 2007 non attirerà volutamente i teenager nè si imporrà come primario obiettivo il tam tam radiofonico. Insomma, nessun trend giovanilistico funzionale a compiacere il pubblico del televoto, ma una liturgia nazionalpopolare come tradizione baudiana comanda. Il sottoscritto, d’accordissimo nel privilegiare l’istituzionalità di una kermesse alternativa a vetrine più commerciali
Ormai è ufficiale: l’edizione di Sanremo 2007 non attirerà volutamente i teenager nè si imporrà come primario obiettivo il tam tam radiofonico. Insomma, nessun trend giovanilistico funzionale a compiacere il pubblico del televoto, ma una liturgia nazionalpopolare come tradizione baudiana comanda.
Il sottoscritto, d’accordissimo nel privilegiare l’istituzionalità di una kermesse alternativa a vetrine più commerciali come il Festivalbar o Amici, non può che vedere di buon occhio l’auspicato ritorno sulle scene di un personaggio storico dello spettacolo italiano: Johnny Dorelli.
L’illustre cantante, attore, conduttore e compositore, uno dei veri showmen a tutto tondo del panorama artistico nostrano, avrebbe presentato la sua domanda di partecipazione in extremis, un giorno prima dalla chiusura del bando (il termine è scaduto il 29 dicembre).
Pippo Baudo sembra aver tenuto in gran conto la sua candidatura, il che che testimonia la volontà di salvaguardare i veterani della canzone italiana (come dimenticare la vittoria sanremese di Dorelli per due anni di seguito, nel 1958 e nel 1959, al fianco di Domenico Modugno con Nel Blu Dipinto di blu e Piove, oltre che il suo grande successo L’immensità?).
La sua partecipazione darebbe gran lustro a un Festival che, puntando anche al ritorno di Al Bano depurato dal gossip, soddisferebbe l’istanza ecumenica propugnata dal suo direttore artistico.
Talento canoro a parte, mi piace pensare che un professionista d’altri tempi come Johnny Dorelli possa ricevere una nuova consacrazione mediatica (dopo l’esperienza cinematografica con Avati) e dare ancora un suo apporto, in termini di eleganza e trasversalità, in televisione.
Come dimenticare i tempi in cui conduceva Canzonissima o portava a teatro una delle migliori versioni di Aggiungi un posto a tavola?
Dopo la parentesi altrettanto pregevole della fiction con Monica Vitti, le difficoltà da lui incontrate negli anni hanno tristemente rivelato che nella tv è andato sempre più sfumando il ruolo del presentatore confidenziale, capace di avvicinare gradualmente il pubblico all’intrattenimento di qualità (di qui, la riduzione delle sue presenze catodiche, eccetto la conduzione di Sette in condotta, un talk show con bambini nell’access prime di Raiuno, e un’ospitata esclusiva nello sfortunato show serale di Paolo Limiti).
Insomma, che ben venga un revival artistico all’Ariston, teatro di un grande evento su una rete tradizionalista come Raiuno, piuttosto che una copia sbiadita di Top of the Pops scondita da ingredienti defilippici.