4 Ristoranti, Alessandro Borghese: “Stagione eroica, ma senza sconti: ci saranno tavoli di confronto anche ‘violenti’…”
Alessandro Borghese apre i suoi 4 Ristoranti tv all’Immacolata: la Pandemia modifica un po’ la confezione, ma non intacca lo spirito.
Alessandro Borghese 4 Ristoranti torna con la sua nuova stagione da martedì 8 dicembre in prima serata su Sky Uno. Un ciclo di otto puntate prodotto da Banijay Italia in onda a pochi mesi dalla precedente, che fu lultima girata in epoca pre-Covid. E quella edizione, apparsa all’inizio dello scorso lockdown, ci ha fatto sognare quel che non si poteva fare, soprattutto con la spensieratezza che forse riconquisteremo con fatica tra qualche anno.
“Quando Conte chiude tutto vado in onda io” scherza nel presentare la nuova edizione chef Borghese. Ma neanche tanto. Anche perché non le manda a dire al Governo per la sua gestione della pandemia rispetto alle attività di ristorazione.
“Nella vita io faccio il cuoco e il conduttore tv…non sono uno di quelli che scende in piazza a protestare, né sono un politico. Sono però un imprenditore e da imprenditore penso che equiparare l’alta ristorazione alla ristorazione in generale non mi sembra tanto giusto. Se ho pochi coperti, alti standard di sicurezza, magari la cucina a vista come me, la possibilità di essere in regola con tutte le misure, allora è meglio andare da Borghese piuttosto che ordinare un delivery che non so come è stato preparato e come è stato trasportato. Alla fine il Governo ci ha fatto spendere un sacco di soldi per gli adeguamenti e poi ci ha fatto chiudere: non è neanche pensabile che la ristorazione ‘apra e chiuda’ a comando, come se fosse un interruttore da accendere o spegnere. La verità è che non potrò neanche anticipare più la cassa integrazione ai miei 63 dipendenti: in un anno avremo fatto sì e no due mesi di lavoro effettivo…”
dice Borghese, senza mai perdere le staffe, anche se si capisce che se potesse ‘ribalterebbe’ tavoli e decreti. Intanto con i ristoranti chiusi si è buttato anima e corpo nella produzione televisiva, cercando di approfittare proprio della chiusura forzata per ottimizzare i tempi di produzione:
“Mi sono dato un’accelerata sul fronte tv: ho cercato di girare il maggior numero di puntate per avere una stagione pronta già prima di Natale. La sinergia tra la nostra AB Normal e Banijay ha permesso di inanellare una puntata dopo un’altra. E nel conto bisogna mettere anche le nuove puntate di Cuochi d’Italia e Kitchen Duel”
dice lo chef, indossando ora la ‘livrea’ di produttore tv. Ed è proprio l’autore e produttore Borghese a illustrare le principali novità di questa stagione, alcune determinate dalla necessità di rispettare le misure anti-Covid che ridisegnano il canovaccio della struttura canonica, altre che si rivelano come l’istituzionalizzazione di elementi già introdotti. Tra queste ultime l’introduzione della categoria Special, che si aggiunge agli altri quattro parametri su cui Borghese e i concorrenti sono chiamati a esprimersi da 0 a 10: gli sfidanti dovranno confrontarsi su uno stesso piatto scelto dallo chef per ‘rappresentare’ il territorio, dal crudo di mare a Bari agli anolini a Parma. Una dimensione già presente di fatto nelle ultime stagioni, ma finora riservata al solo chef, che poteva trarne indicazioni per il suo voto, e ora estesa a tutti i partecipanti.
Come è cambiato il format di 4 Ristoranti a causa del Covid lo spiega sempre lo chef:
“Diciamocelo, sono stato eroico! L’ho fatto durante i lockdown – scherza Borghese, prima di entrare nel dettaglio – Abbiamo fatto un sacco di lavoro autoriale in più e abbiamo dovuto affrontare un sacco di burocrazia di più per registrare nelle varie location e nei ristoranti. Sorprendentemente, però, è andato tutto molto bene e ne sono uscite fuori inattese: per causa di forza maggiore abbiamo scoperto nuovi luoghi, abbiamo testato nuove soluzioni. Ad esempio non potendo portare i concorrenti tutti insieme sul van, mi vedrete raggiungere i concorrenti direttamente davanti al ristorante del primo concorrente, così come il vincitore mi troverà ad attenderlo davanti al ristorante dopo averli ‘abbandonati’ in anticipo al Tavolo del Confronto: ognuno quindi avrà un proprio transfer, evitando così assembramenti in auto. Cambia anche la distanza al tavolo, aumentata, e non avremo più l’assaggio condiviso: ognuno assaggerà tutto in porzioni singole, cosa che non ha aiutato la mia dieta…”
scherza ancora lo chef. La pandemia non ha reso difficoltoso il reclutamento dei ristoranti, come invece si sarebbe potuto pensare viste le difficoltà a stare aperti, anzi.
“Proprio perché la situazione è difficile e la crisi avanza, abbiamo avuto ancora più richieste di partecipazione: i ristoratori sanno bene che una partecipazione al programma di traduce in una grande visibilità e in sale piene per un paio d’anni. A maggior ragione questa volta ci sono state ancora più candidature. Poi sta a me valutarle, sceglierle, costruire le puntate…”.
E se pensate che la crisi comune abbia addolcito i toni, che sembravano già estremamente eleganti nella scorsa stagione, siete lontani dalla realtà.
“Altro che ‘tutti più buoni!’. Se col passare delle edizion avete visto concorrenti più ‘eleganti’ è stato solo un caso. Fortuna! Posso assicurarvi che non c’è nessuna edulcorazione, nessun addolcimento a causa del COVID, anzi! Vedrete un’ultima puntata con un Tavolo di Confronto piuttosto violento, verbalmente certo. Diciamo che cè stata una conversazione molto agitata… Non sono iù buono io, diciamo che sono diventati più cattivi gli altri (sorride): io faccio il cicerone, quello che racconta, che dà dei consigli sulla gestione degli spazi, a ‘litigare’ ci pensano gli altri”
anticipa lo chef, che sembra particolarmente conquistato dalla seconda puntata che vedremo, tra i bikers in Ciociaria. Del resto le due ruote sono una sua grande passione. La prima, invece, che vedremo proprio martedì 8 dicembre è ispirata dal lockdown.
“Se la pandemia ha avuto delle conseguenze sul programma è stato proprio sui piccoli accorgimenti necessari per rispettare le regole, ma ha agito anche sulla scrittura. Proprio la prima, infatti, è incentrata sul delivery: ho scelto le location, sono andato a fare il sopralluogo di persona prima, come vuole il programma, e per il servizio ciascuno di noi ha ordinato e atteso la consegna. Ormai quello che succede un po’ a casa di tutti”.
La pandemia non ferma Borghese e neanche i suoi 4 Ristoranti, visto che si lavora già alla prossima edizione:
“Attualmente siamo in fase di scrittura della prossima stagione: siamo all’inizio, insomma. Non appena tutto questo sarà finito non vedo l’ora di riprendere il filone della ristorazione italiana all’estero. Avevo già programmato una doppietta negli USA, su tutte e due le Coste e appena possibile ho intenzione di riprendere quel discorso. Le possibilità dell’estero sono infinite. E poi gli italiani all’estero danno davvero tutto il meglio di sé. In più c’è quel pizzico di ‘cattiveria’ e di grinta in più alimentato dal campanilismo, quella spinta per mostrare agli altri di essere i migliori”.
Di format di cucina ce ne sono tanti, ormai, anche se va detto che si stupisce ancora molto di trovare cucine non a norma e di imbattersi in ispezioni davvero inspiegabili: dopo tanti anni, insomma, dovrebbero aver capito che la cappa si pulisce per bene, che i cibi vanno divisi e posizionati in un certo modo, che vanno etichettati prima di essere messi in cella, che i mestoli di legno non sono a norma e che i coltelli non vanno esposti (ormai queste cose le so pure io). Un qualche programma dedicato specificamente alla formazione, dunque, potrebbe anche esserci in un futuro, soprattutto rivolto ai più giovani, anche se la ‘scena’ è stata ‘prenotata’ da Antonino Cannavacciuolo con il suo Chef Academy.
“Antonino è un amico e il suo Chef Academy secondo me funziona, anche perché lo trovo un riadattamento interessante di format diversi. In tv, però, vedo programmi ben costruiti e ben congegnati, ma anche tante ‘repliche’, tante cose già viste, brutte versioni di cose esistenti. Devo dire che mi considero un po’ l’antesignano del racconto della cucina in tv, o almeno di un certo racconto della cucina in tv. Gli ultimi anni hanno sicuramente avvicinato molti giovani alla cucina, ma devono stare attenti, perché spesso vedono solo la superficie e non la fatica. Vedo, ad esempio, sempre più cuochi che fanno cucina assemblata e non cucinata…”.
La cucina, i fuochi, la ristorazione sono fatica e tanti programmi tv dovrebbero averlo fatto capire. E se non c’è riuscita la tv, forse lo farà capire (ahinoi) meglio la pandemia. Intanto lasciamoci coccolare dai ‘diesci’ di Borghese, dall’8 dicembre in prima serata su Sky Uno.