4 Hotel, Bruno Barbieri a Blogo: “Amo questo programma. Coi Clienti Maleducati stressiamo gli albergatori, ma il vero stress è la burocrazia…”
Bruno Barbieri parla della nuova stagione di 4 Hotel, ma anche della complicata situazione dell’hotellerie in epoca COVID, tra protocolli da seguire e burocrazia da snellire.
Nuova stagione per Bruno Barbieri 4 Hotel, al via martedì 1 settembre su SkyUno dalle 21.20: un’edizione che non si misura ancora con le norme anti-Covid, visto che le registrazioni sono terminate una settimana prima del lockdown, ma che inevitabilmente vedremo con l’occhio clinico di chi sa di osservare un fenomeno reso ‘obsolescente’ dai protocolli anticontagio in vigore ora nelle strutture ricettive e nello stesso tempo di chi studia i comportamenti da evitare ora che la sanificazione è l’imperativo categorico di ogni albergatore. Se c’è un aspetto caratteristico di Barbieri è quel suo modo di usare con i concorrenti il bastone e la carota: consapevole che gli albergatori sono il nerbo di un settore cruciale per il Paese come il turismo, non li tratta mai con condiscendenza in una forma di ‘difesa della categoria’, anzi li sferza anche con un pizzico di sadismo in virtù di un obiettivo più grande, ovvero rinnovare un settore che tende a impigrirsi e a dormire sugli allori. In questo senso questa nuova edizione, in onda nel pieno della pandemia, dopo un’estate complicata e all’inizio dell’Autunno economicamente, e anche televisivamente, più difficile degli ultimi anni aiuta a riflettere su un sistema economico-commerciale e non solo su un format televisivo, che proprio quest’anno ha scelto di introdurre una nuova e decisamente stressante prova ‘a carico’ degli albergatori, ovvero il Test del Cliente Maleducato.
E partiamo proprio da questo elemento, vera novità dell’edizione. A chi chiederlo se non al ‘simulacro’ del cliente maleducato, colui che è capace di chiamare in reception alle 5 del mattino per chiedere un altro cuscino, che versa la birra sul piumone vedendo la partita e ne esige il cambio o magari si presenta in camera chiedendo la sostituzione del materasso. La domanda non può che essere una: perché spingere sul pedale delle richieste impossibili?
Beh, intanto è divertente e noi per primi ci siamo molto divertiti. Abbiamo deciso di introdurre questo test per capire davvero quanto un albergatore riesce a resistere di fronte alle pretese di un cliente, fino a che punto arrivi la sua pazienza, che tipo di risposte riesce a dare e non soltanto perché si trova di fronte ‘Bruno Barbieri’. In quel momento non sono ‘io’, ma sono uno che chiede le cose più assurde agli orari più impensabili. E bisogna avere molto sangue freddo. In questo senso le situazioni che si sono create sono state anche molto divertenti. L’obiettivo però è sempre lo stesso, ovvero far crescere l’hotellerie, dare una scossa a un sistema che talvolta è pigro e che deve invece mettersi al passo se non vuole soccombere alla concorrenza degli altri Paesi.
Beh, però 4 Hotel ha un potere educativo forte sul pubblico. L’obiettivo sarà anche quello di far crescere l’hotellerie e far capire certe cose agli albergatori, ma ha anche insegnato molto al pubblico su cosa guardare, osservare, valutare quando si va in una struttura, un po’ come ha fatto MasterChef con la ristorazione. In questo senso mi incuriosisce il test del cliente maleducato: è stato introdotto solo come divertimento o vuole essere un modo per educare il cliente?
Il primo obiettivo è testare l’albergatore, capirne la preparazione e la capacità, corretta, di reazione. Da una parte c’è un certo tipo di albergatore che tende a ‘risparmiare’ pur facendosi pagare. Ma se prometti qualità, e ti fai pagare per quella, devi poi essere anche in grado di garantirla sotto tutti i punti di vista, anche nei minimi dettagli. Dall’altra parte, però, è vero che c’è un atteggiamento sempre più arrogante di certi clienti che per il solo fatto di pagare una stanza pensano che sia tutto concesso, comportandosi peggio di come farebbero se fosse casa loro. Ma non è tutto concesso solo perché ‘paghi’. È una questione di rispetto: se tutti fossero maleducati, un povero albergatore deve rifare la stanza dopo due settimane. Nella mia locanda di Bologna hanno iniziato a rubare oggetti per portarsi via un ‘gadget dell’hotel di Bruno Barbieri’: se vuoi, queste sono forme di pubblicità, possono anche lusingare, ma sono arrivati addirittura a ‘smurare’ gli abat-jour dalle pareti. E questa è un’altra cosa.
L’obiettivo del programma quindi non cambia: far crescere l’hotellerie.
Assolutamente sì. Gli albergatori devono capire che devono uscire dal loro nido. Nella mia esperienza di viaggiatore mi è capitato di entrare in una struttura e arredarla da cima a fondo, anche per motivi banali, come un quadro messo in maniera tale da non permettermi di aprire una finestra. Ma dico io, non te ne accorgi? In alcuni casi è un settore fermo agli anni ’80 e ’90, che non si adegua alla clientela diversa e non mi riferisco a quella maleducata, ma a quella che è sempre più attenta, preparata, giustamente esigente, che sa cosa spetta e cosa viene fatto al risparmio. Una cosa che mi fa impazzire è il frigobar vuoto: qualcosa la si può anche offrire, eh. Ogni anno ho una mia personale battaglia da vincere: nella prima edizione è stata l’introduzione del topper sui materassi, ormai sempre più diffusi, poi ho cercato di smuovere le cucine sulle colazioni, chiedendo uova in camicia e quest’anno anche il porridge, lo anticipo; in questa edizione combatterò soprattutto per l’abolizione dei runner ai piedi del letto, tanto più che sono una miniera di batteri se non igienizzati bene, e per l’abolizione della plastica. E quando parlo di crescita parlo di sistema, non solo di singoli: in questo senso penso che il programma possa essere uno stimolo e un esempio, non solo per chi partecipa.
A dare un’occhiata al promo direi che una delle caratteristiche di questa edizione è anche la maggiore attenzione ai territori e alle attività collaterali.
Ah guarda, ho fatto cose di cui sono molto orgoglioso! (Sorride) Non posso anticipare nulla, ma mi sono sbizzarrito, dallo sci ad attività che gli autori, miscredenti, non pensavano potessi fare. E invece… (aggiunge orgoglioso). Ecco, se c’è un altro risultato ottenuto da 4 Hotel è che gli albergatori lavorano sempre di più sulle proposte di esperienze per il cliente. Vabbè, non voglio dire che abbiano seguito il nostro esempio, ma è di certo un aspetto al quale guardano sempre di più e che gli stessi clienti cercano con più attenzione. Può fare la differenza nella scelta di una struttura. Ma come dicevo, 4 Hotel ha anche un altro grande obiettivo, ovvero raccontare l’Italia in un modo diverso dal solito e far conoscere anche aree diverse dal solito.
Insomma, un ‘Grand Tour’ che esce dai circuiti tradizionali?
Diciamo che andiamo alla ricerca di un’Italia speciale: non solo ci addentriamo in aree solitamente meno conosciute, come il Conero o la Tuscia, ma cerchiamo anche strutture insolite e storie particolari. Vedrete un hotel in stile giapponese nell’entroterra del Conero che è davvero uno spettacolo, così come conosceremo albergatori bizzarri. Penso che 4 Hotel sia bello anche per questo, perché racconta l’Italia, ma anche un mondo di piccoli albergatori, e anche di piccoli produttori di filiera, che magari qualche tempo fa non avrebbero avuto né la forza né l’occasione di aprire ma che con questo programma hanno visto un’occasione per ripartire. E poi partecipare dà notorietà: all’inizio avevamo qualche difficoltà a reclutare concorrenti, anche perché pensavano fossi ‘cattivo’, mentre ora gli albergatori sono contenti di farlo. Sappiamo che una struttura è un figlio e noi vogliamo dare valore all’investimento soprattutto dei piccoli albergatori. E quest’anno abbiamo trovato molti giovani alla prima esperienza e ed è una cosa importante. Però preparatevi, perché vedremo anche momenti molto tesi tra i concorrenti al tavolo dl confronto, persino con qualche lacrima e delle urla. Lì esce anche la mia natura di paciere, ma anche questo è il bello del gioco: se ci sono delle cose da dire, vanno dette. Il tavolo del confronto è bello proprio per questo.
Nel programma sei ‘uno e trino’: ospite, giudice, consigliere. Ma il tratto dominante è il giudizio. Ti ritieni un buon giudice?
Senza modestie, sì. Non solo per l’esperienza professionale, ma perché ho sempre cercato di raccontare la verità. La parola ‘giudice’ vuol dire che tra me e il concorrente ci deve essere comunque una distanza. E io ho sempre svolto questo ruolo in maniera molto onesta, senza guardare allo show. Non mi ‘arrabbio’ per fare spettacolo, perché so l’impegno che c’è dietro questo lavoro, ma solo per far capire l’errore, per fare una critica positiva. Certo, ci sono anche i momenti di spettacolo, ma sono sempre in accordo con i concorrenti. In quel momento stiamo facendo tutti il nostro lavoro, non un programma tv e questo va rispettato, sempre. Lo dico, vale la pena vedere questo programma proprio per conoscere la forza di tutta questa gente: l’hotellerie è il biglietto da visita di questo Paese e deve essere all’altezza degli altri Paesi. Dobbiamo darci da fare. Perché l’Italia può essere una grande squadra.
Cosa ci manca per essere una grande squadra?
Guarda, invidio agli inglesi, al mondo anglosassone in genere, la grande capacità di pubbliche relazioni, di marketing, di promozione. Pensa a Jamie Oliver che ha creato un impero con i suoi viaggi in Italia, pur venendo si e no una decina di volte: lui si è ‘venduto l’Italia’, pur venendoci di rado. Ecco, quando saremo in grado di fare una cosa del genere anche noi allora avremo fatto davvero un gran passo in avanti.
Una questione di comunicazione, quindi?
No, non solo. Anche chi ci governa deve aiutare il settore, soprattutto in un momento come questo. Aiutare non vuol dire dare sovvenzioni, ma semplificare la burocrazia: era già un problema prima, ma adesso la situazione è ancora più complessa. Bisogna rendersi conto che il turismo contribuisce al PIL in maniera determinante…
E veniamo inevitabilmente ai nostri giorni, alla Pandemia e alla situazione di un settore che ha cercato di rifiatare in estate, ma non sempre è riuscita a essere portabandiera della prevenzione….
Guarda, gli albergatori si sono messi tutti in riga con le norme anti-covid. Lo vedo anche adesso, andando in giro per alberghi da subito dopo il lockdown. Il problema è che siamo in un momento difficile per l’hotellerie e per la ristorazione e secondo me il primo intervento è lo snellimento della burocrazia, oltre alla creazione di strumenti agili per permettere di sostenere spese di personale che ormai si fa fatica a reggere. Il sistema deve cambiare: lo dicevamo da tempo, ma adesso è necessario. Ristoratori e albergatori devono essere ascoltati dal Governo per poter affrontare insieme questa situazione. Possiamo riuscirci solo se facciamo tutti squadra con lo Stato. Gli albergatori sono bravi a gestire questa situazione, tra obblighi e regole da rispettare: poi gli incidenti possono capitare. Cosa succederà non lo sappiamo, speriamo che arrivi presto il vaccino.
Cosa succederà nel futuro di Barbieri? Hai detto che sei in viaggio, che sei tornato dalla Sardegna, che ci saranno nuove puntate di 4 Hotel anche lì… quindi sei al lavoro sulla nuova stagione?
Ci sono diversi progetti in ballo e anche una novità sempre nel campo dell’hotellerie. Ma non posso dire molto. Diciamo che subito dopo viene MasterChef e poi vedrete….
L’appuntamento, quindi, è per martedì 1° settembre con la prima puntata della nuova stagione di Bruno Barbieri 4 Hotel, una produzione originale Sky realizzata da Banijay Italia, in onda alle 21.15 su Sky Uno (e disponibile on demand, visibile su Sky Go e in streaming su NOW TV).