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4 di sera, Del Debbio costruisce un access ordinato con la solita ricetta

Dopo la versione estiva, 4 di sera trova la conduzione di Paolo Del Debbio. Si parte con un’intervista alla Meloni e con un talk pacato

2 Settembre 2024 22:06

L’esistenza di 4 di sera non si interrompe con la stagione estiva, dove ha esordito con Francesca Barra e Roberto Poletti. Paolo Del Debbio eredita da loro il nuovo programma dell’access prime time di Rete 4. La trasmissione, ora in onda dallo studio 15 di Cologno Monzese, si apre con un’intervista alla premier Giorgia Meloni.

L’intervista non stupisce per comodità e assenza di insidie che riserva alla Presidente del Consiglio. La premier rappresenta, però, la coperta di Linus a cui Del Debbio non può rinunciare per questo nuovo esordio. Nella seconda parte di trasmissione si cerca di proporre poi un confronto proprio a partire dalle parole pronunciate dalla Meloni.

In studio, contrapposti attorno a un tavolo circolare, ci sono Maurizio Belpietro, a farsi portavoce delle idee di centrodestra, ed Elisabetta Gualmini, europarlamentare del Partito Democratico. La contrapposizione scenica rappresenta al meglio anche la contrapposizione dialettica tra i due, che rimane però sempre civile e pacata, anche per via della scelta di coinvolgere nel dibattito due sole persone, senza dare vita al classico pollaio, a cui spesso si è abituati proprio nel Dritto e Rovescio di Del Debbio.

4 di sera

Non può mancare inoltre il collegamento con la gente comune, rappresentato in questo caso dal collegamento con una pizzeria di Napoli. Del Debbio, infatti, proprio in apertura di trasmissione aveva svelato che 4 di sera avrebbe visto confermata la classica ricetta da lui proposta. La ricetta del giornalista di Rete 4 è semplice: unire al dibattito politico la voce della gente comune, per non staccarsi dagli umori degli spettatori a casa.

Così Del Debbio segna il suo arrivo alla conduzione di 4 di sera con la riproposizione dell’abituale schema con il quale costruisce le sue trasmissioni. Al debutto si apprezza in particolare la scelta di non alzare i toni, nonostante la monotonia e la prevedibilità dell’intervista a Giorgia Meloni.