Agon Channel, Alessio Vinci elevato a star: “Tv italiana imborghesita, lavoro a un talent sul giornalismo” (video)
Vinci fa il direttore editoriale e il giornalista sul campo per la tv albanese
La scommessa di Agon Channel continua e assume contorni davvero spettacolari. Prendete Alessio Vinci, un giornalista che in Italia ha floppato diventando un esodato: la nuova tv albanese – già pazza di Barbara D’Urso – non solo ha investito sulla sua direzione editoriale, ma gli ha pure steso il tappeto rosso come nella Mediaset degli anni d’oro.
Basta zappingare su Youtube per capire quanto Agon Channel ci tenga a coccolare i suoi divi di importazione, peraltro con una qualità dell’immagine da far impallidire le nostre televisioni sempre più opache.
Agon Channel, insomma, è una Vero Tv coi soldi e Vinci spadroneggia con incursioni nei suoi telegiornali, come nelle produzioni di intrattenimento, da vera special guest star. Roba che Enrico Mentana su La7, in confronto, è timido. Ecco le sue dichiarazioni trionfalistiche:
“Quando io sono arrivato a Cnn era il 1989-1990, era un piccolo canale televisivo che si conosceva in pochi. Poi siamo cresciuti piano piano, il canale è diventato sempre più globale. La differenza è che sono passati 24 anni da quando ho cominciato. A 45 anni ho detto, perché non ricominciare da capo? E quindi, praticamente, la differenza è che da allora si cominciava da un piccolo canale televisivo, adesso ricomincio in un piccolo, ma sempre più grande canale televisivo. E domani saremo anche noi un canale grande come CNN”.
E ancora, slogan che neanche Obama:
“Per tantissimi anni la tv italiana è stata per gli albanesi una finestra verso il mondo. E’ giusto il momento adesso che gli albanesi abbiano un loro canale televisivo, che sia un punto di riferimento anche per quello che succede fuori dall’Albania. Non siamo solo un canale che entra dalla porta di dietro, noi vogliamo arrivare verso il mondo dalla porta principale. Vorrei accompagnare Agon Channel nella crescita di questo Paese. Cresce il canale, cresce il Paese. Direttore editoriale sembra molto borghese, invece io voglio lavorare qua insieme a voi. C’è tantissima energia in questo Paese, l’ho scoperto qualche mese fa da quando sono venuto”.
Non sono mancate le critiche alla televisione italiana, dopo anni in cui Canale5 l’ha pure trattato coi guanti, tra Matrix e Domenica Live:
“C’è una metodologia di lavoro che non credo si possa ritrovare in Italia a livello nazionale, forse c’è solo nelle tv locali. I grandi network si sono imborghesiti, si sono adagiati sui loro successi. Il sistema televisivo italiano è molto complesso, ma anche molto semplice. Prima c’era un editore solo, la tv di stato, poi l’editore Berlusconi ha tagliato il mercato. Adesso, grazie alle nuove tecnologie, stanno nascendo i canali digitali che danno un po’ fastidio alle grandi televisioni generaliste. Questo monopolio che le grandi tv avevano si sta diluendo e quel tipo di energia che c’è qua bisogna trasmetterla anche lì. Non bisogna dimenticare che questo lavoro di crescita ha bisogno di tempo per ottenere credibilità. Bisogna raccontare l’informazione senza cucinarla, per non sbagliare nel giornalismo bisogna evitare gli aggettivi. Io vorrei trasmettere questo tipo di atteggiamento”.
Perché Vinci non ha trasmesso questo tipo di atteggiamento, quando era comodamente contrattualizzato da Mediaset? Proprio su Agon Channel gli è stato sottoposto un quesito serio sulla censura:
“Il primo ministro albanese ha bloccato la libertà di espressione degli altri ministri davanti alla telecamera. Ha paura che questo si trasmetta ai Direttori?”.
Ricordiamo che Vinci per primo si è piegato intervistando Berlusconi, dicendo che “nel giorno più buio degli ultimi 400 anni lui sarebbe stato la luce”. Ecco la sua risposta diplomatica odierna:
“Posso capire che il Primo Ministro ha il desiderio che ci sia un solo messaggio che esce. Ma il compito del governo è non solo di fare delle cose, ma di riuscire a comunicarle. La strategia non può essere quella di una comunicazione centralizzata, ma di un lavoro di squadra. L’importante è che il messaggio che si vuole mandare è diretto su quello che uno fa, unico e semplice da capire dalla gente. Se non lo si capisce è come se non lo si fosse fatto. I Direttori non so, il loro compito è quello di fare le cose. Se tutti parlano chi lavora?”.
Ma che bravo. Mentre la giornalista di turno lo sviolina, dandogli dell’icona della televisione italiana (“per dare l’idea che saremo internazionali”) e di un modello di giornalismo di razza, lui – impomatato e vestito come un divo di Hollywood – continua a promettere grandi cose:
“Io ho fatto tanti anni sul campo, poi di studio televisivo. Adesso ho un ruolo più manageriale, ma questo non significa che io non ritornerò sul campo anche per Agon Channel. Mi vedrete un paio di giorni a settimana in Albania, continuerò per il resto ad andare in giro per il mondo per mandarvi miei opinioni e corrispondenze”.
Addirittura c’è un comico che lo insegue dietro le quinte con timore reverenziale:
“Ho usato la tua foto, voglio farti un’intervista, ma non ho il coraggio”.
Vinci, dopo avergli detto ‘sei fuori’ come neanche Flavio Briatore, gli risponde chiarendo i suoi progetti editoriali e televisivi a breve termine, tra cui persino un reality sul giornalismo:
“Dobbiamo diventare la prima tv in Albania. E forse anche oltre. Per almeno fino a giugno ci siamo. Lavoreremo, intanto, a partecipare ai vostri telegiornali, poi mi piacerebbe concentrarmi sui temi principali, sull’accesso dell’Albania in Europa, che dev’essere una realtà. Vogliamo raccontarlo con interviste a gente comune e membri del Governo, per far sì che l’Albania si presenti all’Europa come un Paese migliore di quello che è oggi. Voglio trasmettervi il mio entusiasmo di vent’anni fa. Abbiamo in mente di creare un programma televisivo basato sul giornalismo, sarà un mix di talent e reality. Inviteremo molti ragazzi che hanno voglia di fare questo mestiere, li metteremo alla prova, li giudicheremo. Il resto sarà una sorpresa”.
Insomma, questa tv albanese, con Vinci che fa i promo in tre lingue e i conduttori che lo doppiano in tempo reale, è proprio il bagno narcisistico che tutti i giornalisti in malora dovrebbero concedersi. Un massaggio relax ben pagato.