Geppi Cucciari: “Su La7 facevo meno ascolti di Peppa Pig. Ora studio. Sogno una seconda serata culturale”
La Cucciari a tutto campo a Otto a mezzo con Lilli Gruber e Beppe Severgnini
Geppi Cucciari, ospite questa sera di Otto Mezzo Sabato, ha dato una lezione di stile a molti suoi colleghi (nonché direttori di rete) che non sanno mandar giù i flop.
Per quanto la sua presenza fosse vincolata alla promozione del film L’arbitro, che la vede sul grande schermo in bianco e nero, l’ex conduttrice di La7 ha ben accolto le provocazioni di due signori del giornalismo, vale a dire la conduttrice Lilli Gruber e l’altro ospite Beppe Severgnini.
Geppi è finita nel mirino de Il punto di Paolo Pagliaro, che ripercorreva i mitici vox populi orientati di G’ Day. E da lì, con tanto di titolo in sovrimpressione “il ritorno di Geppi” (su La7), non si è risparmiata sull’argomento:
“Molto spesso si parla della chiusura di G’ Day. Per me G’ Day non sarà mai abbinato a un fallimento, per me è stata un’opportunità e un successo. Per due anni ho provato a conquistare una fascia che era difficile, non riuscendoci, a livello di ascolti. Poi c’era la consolazione sul fatto che la fascia oraria non fosse indicata, ma questo detto da me sarebbe autoconsolazione, lo diceva anche qualcun altro”.
La Gruber si è inserita dandole ragione e mostrandole vicinanza:
“Per quel poco che capisco di televisione ti dico che hai ragione. G’ Day prima del telegiornale non poteva scontrarsi tutte le sere con i colossi su RaiUno e su Canale5 perché a quell’ora non c’era il pubblico che c’è in seconda serata. E a noi ci manchi, possiamo dirlo. Speriamo che tu torni presto”.
Lo stesso Severgnini ha, così, commentato la reazione sportiva di Geppi:
“La televisione non deve creare dipendenza. C’è chi l’ha scelto come professione da sempre, lei l’ha fatto per un anno e poi stacca. Ad alcuni togli la televisione e sono completamente spiazzati”.
Geppi ha, inoltre, ammesso gli alti costi del suo preserale, rispetto alla resa:
“Quel genere di programma ha anche dei costi diversi. I servizi fatti al mattino scomodavano una troupe che andava a girare per trenta secondi di contenuto. Due, tre persone erano in ballo dalle 11 del mattino per occuparsi di un contenuto che sarebbe durato 35 secondi alle sette di sera. Eravamo in tantissimi a lavorare. Non ce lo si è più potuti permettere. Sono arrivata qua a La7 a testa alta e me ne sono andata a testa alta. Lilli, io ti telefono tutte le volte che vuoi, però facevamo meno ascolti di Peppa Pig, quando Peppa Pig fa più ascolti di te ti rassegni. Affronti la vita a testa alta come vuoi”.
Poi, però, ha confessato di sentire comunque un po’ di nostalgia per la diretta giornaliera:
“Della quotidiana mi manca l’idea di fare compagnia. Uno dei motivi principali per cui ho scelto di fare questo mestiere è che, quando ero ragazzina, volevo avere a che fare con la comicità e l’intratteniomento. Mi piaceva l’idea che quando io lavoravo qualcuno fosse a casa a cucinare, a preparare, a fare altre cose. Io lavoravo anche per loro, era una compagnia”.
D’altro canto, ha sottolineato che in un mestiere come il suo i momenti di pausa sono all’ordine del giorno e possono diventare costruttivi:
“Tra l’essere buffa, l’essere divertente e fare sì che questo diventi un mestiere c’è tutta una struttura, che sono i tuoi autori e quello che fai quando non lavori. In questo periodo sono felice di fare anche dell’altro. Leggo, scrivo, seguo corsi da recitazione, provo a imparare. Bisogna alternare i momenti in cui sei presente e quelli in cui sei assente, anche perché quando sei assente probabilmente puoi fare dell’altro, per esempio studiare. E poi non sono proprio ferma… sto scrivendo uno spettacolo teatrale con Mattia Torre, la settimana prossima vado sul set di Giovanni Veronesi e poi faccio altre cose che una quarantenne dovrebbe fare. E non farmi aggiungere altro. Neo sposa, tante cose. Ecco come è cambiata la mia vita da quando sto con Luca (Bonaccorsi, ndr). E’ appena tornato a Milano, Lilli, hai lasciato a metà i festeggiamenti”.
Infine, Severgnini ha raccontato un aneddoto, ovvero di aver conosciuto la Cucciari in un’occasione improbabile, ovvero quando lei lavorava in uno studio notarile di Milano. Ecco la risposta della comica:
“Il mondo notarile è improntato alla massima precisione e serietà, tutte caratteristiche che mi lambiscono a tratti. Ero fuori posto, devo dire che ci ho provato. Mia madre e mio padre ci tenevano, ma questo non faceva di me un aspirante notaio credibile. Diciamo che ero l’animatrice di questo studio, ci vado ancora ogni tanto a trovarli. Quando il momento preferito della tua giornata lavorativa è la pausa caffè c’è qualcosa che non va nel tuo percorso professionale. Io giuro che ci provavo. All’apertura dei testamenti ero presente. Una volta era scritto alla guisa di una lettera, il trapassato scriveva ai nipoti e raccontava a chi lasciava cosa. E finiva con ‘a presto a tutti’. E a me scappò un tiè. E il notaio non apprezzava questi miei slanci”.
Tanti, però, i progetti per il futuro della Cucciari, tra cui uno ispirato dalla sua recente conduzione-evento del Premio Campiello:
“Rimane l’idea di un mio programma di seconda serata che tratti di libri. Mi piace leggere, ho condotto il Campiello da poco, è stata un’esperienza… Ti fa entrare a contatto con dei mondi che probabilmente non toccherei mai. Conoscere Arbasino è stata un’esperienza bella, interessante. Mi piace entrare in un mondo che reputo così affascinante, come quello di scrittori. In generale mi piacerebbe fare una televisione in cui passa un intrattenimento leggero, ma non leggiadro. Che abbia un po’ di contenuto, ma non sia pesante. Anche raccontare delle storie in tv può funzionare, se fatto col linguaggio dell’intrattenimento. Diciamo che dopo questi due anni mi prendo tempo per capire cosa posso provare a fare. C’è questo condominio dove c’è un po’ di gente, ho dato da bere alla donna che faceva un po’ di tv, adesso saziamo qualcun altro. O perlomeno ci proviamo, con tutti i limiti che a volte qualche dolore qualsiasi genere di attività te lo dà”.
Poi, nel questionario di Proust finale, ha raccontato dei momenti più difficili vissuti nella sua carriera:
“Di problemi tecnici nelle dirette ne ho avuti più di uno. Non sempre ne esci con una boutade. Dal Primo Maggio a G’ Day ci sono stati momenti in cui mi sarei volentieri data fuoco pur di non continuare a essere là”.
Poi si è trattenuta dalle domande più scomode, proprio ora che non lavora:
“La persona con cui è stato più facile lavorare è Gianni Morandi. Quella più difficile ehm… Io ho avuto pochi partner, non mi sento di dire la verità. Penso che a volte sia lecito. La televisione da 1 a 5 mi dà 5 come stress, il cinema 2. L’esibirmi in pubblico 10, il rapporto diretto è quello che mi agita più. Ci sono persone che sono uscite da casa per vederti, devi rendere loro omaggio con un percorso di qualità quanto più credibile possibile. Quello mi crea un’ansia da prestazione notevole”.
W la sincerità mista a una grande serenità. A volte fermarsi fa proprio bene, finalmente una Geppi non più livorosa e più bella che mai.