Le tre rose di Eva 2, Karin Proia a TvBlog: “Marzia Taviani subirà una trasformazione nel corso delle puntate”
L’attrice ci ha raccontato la sua esperienza sul set de Le tre rose di Eva e di Ombrelloni
Torna domani sera su Canale 5 l’appuntamento con l’avvincente seconda stagione de Le tre rose di Eva. Dopo due puntate ricche di suspense, è arrivato il momento di scoprire cosa succederà ancora ai Taviani e ai Monforte. Quanto alle prime, oggi scopriremo qualcosa di più sulla maggiore delle tre sorelle, Marzia, interpretata dalla bellissima Karin Proia, che abbiamo avuto il piacere di intervistare. Con lei abbiamo parlato non solo del suo rinnovato impegno nella fiction, ma anche della sua ultima fatica televisiva, Ombrelloni, la sit-com trasmessa per tutta l’estate su Raidue, nella quale l’attrice ha vestito i panni (o, come dice lei, i costumi) di Mara, giovane donna in carriera che si ritrova in vacanza con il fidanzato sfigato e la madre impicciona. Abbiamo poi scoperto la vera passione di Karin che, a differenza di quanto si possa pensare, non è la recitazione ma la regia, strada che ha intrapreso recentemente e che intende proseguire.
Sappiamo che in questa seconda stagione ci saranno molti cambiamenti per la tua Marzia. Cosa ci puoi raccontare?
Sì, è vero. In questa seconda stagione Marzia dovrà prendere delle decisioni che la riguardano in prima persona, e lo farà in maniera molto diversa dalla prima. Ora vive i rapporti più di pancia, magari a volte anche sbagliando. Una trasformazione che si scoprirà con il susseguirsi delle puntate.
Il tuo è quindi un personaggio in evoluzione. C’è una di queste evoluzioni o una linea narrativa che hai preferito rispetto alle altre?
La cosa che mi appassiona di più è sempre la storia d’amore. Non ti posso dare anticipazioni, ma ti posso assicurare che in questa seconda serie il cuore di Marzia batterà molto.
C’è qualcosa che ti accomuna a questo personaggio o siete due donne completamente diverse?
Non siamo molto diverse. In questa serie devo dire che mi somiglia di più: io sono una donna impulsiva e in queste nuove puntate anche Marzia lo è. Mentre, a dire il vero, nella prima stagione era lontanissima da me: riusciva sempre a dire quello che non avrei mai detto, soprattutto in amore. Quest’anno le sue scelte le ho invece condivise abbastanza, anche se non sempre (ride, ndr).
Dopo aver visto la prima puntata, la sensazione è che in questa nuova stagione della fiction si sia voluto puntare di più sul mistero, velocizzando molto anche la narrazione. E così? Anche sul set avete avuto questa percezione?
La trama l’ho trovata più interessante, rispetto alla prima stagione. Anche io ho notato la velocità della prima puntata, ma forse – precisando però che io non l’ho ancora vista intera, ma a pezzi, ad esempio al doppiaggio – è una caratteristica solo della prima. Quello che posso però dire con certezza è che ogni puntata è davvero ricchissima di avvenimenti.
Il cast della prima stagione è stato riconfermato e ci sono stati dei nuovi ingressi. Si è creata una bella intesa sul set con i tuoi colleghi? C’è qualcuno con cui ti piacerebbe lavorare ancora?
I miei colleghi di set sono davvero tutti molto carini, soprattutto i miei partner di scena, coi quali mi sono trovata molto bene. Mi piacerebbe lavorare ancora con loro, perché quando ritrovo dei colleghi coi quali ho già lavorato sono sempre contenta, anche se tendenzialmente a me piace molto cambiare.
Vanti un curriculum ricchissimo di importanti partecipazioni a fiction e miniserie televisive. Ce n’è una di cui conservi un ricordo particolare?
Sicuramente Boris è la mia preferita, perché mi è piaciuto moltissimo sia costruire quel personaggio sia lavorare con i colleghi di set, ciascuno perfetto nel proprio ruolo. Altra bellissima esperienza, che ricordo sempre con affetto, è la miniserie Crociati, per la regia di Othenin Girard, girata interamente in Marocco. Per il teatro, invece, Uno sguardo dal ponte di Miller, al fianco di Michele Placido, perché è lo spettacolo con cui ho debuttato.
Le tue interpretazioni spaziano da ruoli comici a ruoli drammatici. In quali vesti ti senti più a tuo agio?
La cosa migliore, per me, è unire entrambi. Mi diverto in tutti e due i campi, sia quando devo fare la vera comica, sia quando sono alle prese col ‘dramma’. Quello che non mi piace sono le mezze misure, amo gli eccessi.
A proposito di ruoli comici, si è appena conclusa la messa in onda di Ombrelloni, dove tu interpreti Mara, giovane e rampante donna in carriera con fidanzato sfigato e mamma oppressiva al seguito. Quanto ti sei divertita nei suoi panni?
Più che nei panni dovrei dire nei costumi di Mara (ride, ndr)! Mi sono prima di tutto divertita a scegliere i costumi, perché io sono una vera appassionata; mio marito è disperato ogni volta che arriva l’estate, perché ne compro tantissimi (ride, ndr). E poi mi sono divertita perché finalmente, per una volta, non facevo la parte della disperata, potevo essere graziosa. Ma il vero divertimento sono stati i compagni di questa avventura, degli attori giovani simpaticissimi e Roberta Fiorentini (che interpreta mia madre Renata) che ho ritrovato dopo Boris. Mi sono trovata benissimo anche con il regista Riccardo Grandi. È stata poi un’esperienza diversa dal solito, perché abbiamo girato in studio, negli studi Rai di Napoli.
C’è un personaggio di Ombrelloni – esclusa Mara – che ti ha divertito, vedendo la sit-com?
Non ho dubbi: mia madre Renata! (ride, ndr). Aveva sempre il dente avvelenato e la parola giusta contro il povero Giacomo.
Tu inizi come modella, per poi approdare alla recitazione dopo grande studio e impegno. La bellezza, nel tuo lavoro, ti ha aiutato o si è rivelata un limite a volte?
All’inizio della carriera è complicato dimostrare che uno ha anche qualcos’altro oltre al lato estetico, infatti in un primo momento andavo sempre a fare i provini in minigonna con i tacchi e i capelli belli vaporosi, perché i ruoli che mi proponevano erano sempre più o meno quelli. Poi, quando hanno capito che sapevo anche recitare, ho cominciato ad andare ai provini senza trucco e con i pantaloni, e a pensare che forse avevo fatto lo scatto di carriera (ride, ndr). La bellezza ti agevola in tante cose, e vale sia per gli uomini che per le donne, però sicuramente deve essere sostenuta da qualcos’altro altrimenti non si va lontano.
Oltre ad essere attrice sei anche moglie e mamma. Come riesci a conciliare gli impegni della famiglia con quelli, spesso totalizzanti, del tuo lavoro?
Quando posso mi porto dietro la famiglia, perché la mia bambina è piccola e posso ancora farlo. In questo modo riesco a vederla tutti i giorni. Mio marito (Raffaele Buranelli, ndr) poi fa il mio stesso mestiere, quindi è anche capitato di trovarci a girare contemporaneamente in due posti diversi. In quel caso ci sono poi anche le nonne, che danno una mano. Per il momento riesco a conciliare così le due cose, anche perché non sono una di quelle mamme che riesce a lasciare la figlia a casa, soprattutto ora che è piccola.
Se potessi tornare indietro, rifaresti la stessa scelta di vita, quella di diventare attrice?
Credo di sì. Anche se avrei fatto molto prima la scelta di buttarmi nella regia, visto che il mio sogno era quello di fare la regista e poi, per caso, sono diventata attrice. Non voglio fare l’attrice per sempre: è una cosa che mi diverte e che mi permette di guadagnare, ma mi piacerebbe poi poter proseguire come regista.
Dopo Ombrelloni e Le tre rose di Eva dove potremo rivederti?
Prossimamente sarò in onda su Raiuno in un film con Alessandro Preziosi, Il ritorno, una produzione italo-tedesca girato in Puglia, e poi sto lavorando a dei progetti miei dei quali è comunque presto parlare. Ma ci saranno certamente altre occasioni.