Squadra Antimafia 6, iniziate le riprese. Tutti i dettagli della trama.
Valsecchi e Dazieri spiegano al Corriere della Sera che la sesta stagione della fiction sarà incentrata sullo spinoso problema della trattativa Stato-mafia.
Lunedì prossimo torna in tv Squadra Antimafia, con l’attesissima quinta stagione, che ci svelerà le sorti di Domenico Calcaterra (Marco Bocci) e Rosy Abate (Giulia Michelini). Sono tante le novità che ci attendono, e saranno ancora di più quelle che poi troveremo nella sesta stagione, le cui riprese sono appena iniziate, e quelle della settima stagione, a cui già si pensa. È Pietro Valsecchi, produttore della Taodue, a raccontare oggi al Corriere della Sera il filo conduttore della sesta stagione, che vedremo presumibilmente in tv il prossimo anno: la presunta trattativa Stato – mafia, questione spinosa che nel nostro Paese si trascina avanti sin dagli anni ’90.
Valsecchi parte proprio dal cosiddetto ‘protocollo farfalla’, il presunto accordo tra servizi segreti deviati e amministrazione penitenziaria, spiegando:
Esistono tre teorie. La prima è che questa trattativa non c’è mai stata, ma che si sono verificati solo dei rapporti tra politici corrotti e boss malavitosi. La seconda afferma che con l’omicidio di Giovanni Falcone, il grande magistrato del Maxiprocesso, la mafia di Riina inizia una serie di stragi per indurre lo Stato ad allentare l’azione di contrasto: il 41 bis, il sequestro dei beni ai mafiosi… E Paolo Borsellino sarebbe stato eliminato perché non si sarebbe mai piegato a una tale trattativa.
La terza teoria la illustra invece Sandrone Dazieri, capo del team di sceneggiatori di Squadra Antimafia:
Parte ancora più da lontano: tutto sarebbe iniziato con l’arrivo degli alleati in Sicilia nella seconda guerra mondiale: gli americani si sarebbero rivolti alla mafia che, con i servizi segreti italiani e statunitensi, avrebbe collaborato alla liberazione.
Ed è partendo da queste teorie che Dazieri e la sua squadra trovano ora ispirazione per il loro lavoro:
Noi non possiamo ricostruire la verità di quanto è accaduto, ma alludiamo a fatti e personaggi veri. Ci siamo ispirati al “protocollo farfalla”, che nell’invenzione della fiction diventa “protocollo crisalide”, cioè un accordo tra servizi segreti deviati, onorevoli corrotti e boss della malavita.
Chiaramente, benché ci sia un fondo di verità in quanto raccontato dagli sceneggiatori, bisogna pur sempre ipotizzare, inventare:
Non possiamo affermare se sia esistito davvero questo protocollo, ma ispirandoci alla realtà di alcune morti sospette, mostriamo come i giudici che si avvicinavano troppo a Crisalide vengano eliminati fingendo infarti o incidenti su cui nessuno indaga…
Insomma, le storie a cui gli sceneggiatori possono attingere, quando si tratta di mafia, sono veramente molteplici e spesso ben più complesse della finzione, come sottolinea lo stesso Valsecchi:
Questa fiction negli anni ha mostrato le mille sfaccettature della criminalità organizzata. Sulla presunta trattativa noi ci poniamo delle domande. Ma se fosse vero che in un Paese come l’Italia, che sta in Europa, lo Stato ha fatto trattative con la criminalità organizzata, sarebbe grave, non siamo mica in Sud America! E, in un caso del genere, come si potrebbe poi sedersi a Bruxelles?