X Factor 7, Morgan: “Non temo mica Mika, io sono l’Assoluto…”
“Quest’anno dirò ‘sì’ quando vedrò la luce” dice Morgan, che parla di questa edizione già nei termini dello ‘psicodramma’. Intanto conia un claim perfetto per XF7: “Accendiamo la musica”.
La macchina di X Factor 7 non si ferma neanche nel cuore di agosto. In attesa della nuova edizione il sito ufficiale del programma continua a raccogliere le ‘testimonianze’ e le confessioni dei quattro giudici in vista della loro nuova avventura. Dopo aver letto le dichiarazioni di Mika, Elio e Simona Ventura tocca a Morgan, alias “L’Assoluto” come si definisce lui stesso in apertura di intervista.
“Ogni edizione che ho fatto sono sempre stato l’ASSOLUTO: l’assoluto vincitore o perdente. Quest’anno rientro come assoluto vincitore. Anzi, assolutissimo”
Questo l’occhiello scelto dal sito per ‘inquadrare’ l’intervista a Morgan, alla sua sesta partecipazione di cui quattro vinte: ovvio che si presenti anche per quest’anno con la ‘spocchia’ del ‘top player’.
Sigaretta in mano, aria scocciata, Psyco Killer come colonna sonora, Morgan si lascia intervistare con lo stesso entusiasmo di un condannato a morte.
Cosa fa un giudice a X Factor?
“Cosa fa un giudice di X Factor? Da una parte giudica e dà delle opinioni su quello che ha visto e sentito, dall’altra parte, nel lavoro di training e di formazione, cerca di consigliare, di direzionare, di plasmare, creare una… popstar. E a quel punto si mette in gioco una visione personale della questione. Ognuno di noi ha un suo modello di riferimento, ha un suo stile diverso e una sua idea di ‘bello’, una sua idea estetica…”
Fin qui siamo alla domanda (e alla risposta) didascalica. Ma si sa, quanto più la situazione è lineare, tanto più Morgan si sente ‘in dovere’ di sparigliare le carte, quindi via ai calembour linguistici per spiegare cosa ha cercato quest’anno nei talenti.
“Quest’anno ho evoluto il concetto della voce della musica con una deformazione a partire dalla parola ‘voce’ perché quel che non ha la parola ‘voce’ è l’autoreferenzialità della vocazione interna alla parola stessa ‘voce’. La ‘voce voce’ non suona, è l’unica cosa che non è ‘vocata’, non è evocata. Non si riesce a evocare la ‘voce voce’. E allora bisogna chiamare in gioco qualcosa di più grande della parola ‘voce’ per far sì che la parola evochi. La parola ‘voce’ deve ‘vocare’. Quando uno ha la ‘vocazione’ vuol dire che è vocato. Ma che vuol dire ‘vocazione’? Vuol dire ‘chiamare’. Quindi la voce si trasforma e da ‘voce voce’ diventa una ‘voce luce’. Quindi la voce è la ‘luce’ della musica, perché la voce finalmente vive e la voce che vive è la luce. E quindi a questo punto diciamo che la voce è la luce della musica”.
Quindi….
“Quest’anno scatterà il sì quando vedrò la luce. Quando dirò ‘Ho visto la luce’ è come se dicessi sì”.
Ok, Morgan dice che dirà sì quando vedrà la luce (della voce). E a noi vengono in mente i Blues Brothers, mentre sul volto di Morgan si dipinge il classico sorrisetto gongolante di quando è soddisfatto dei suoi interventi tra il non-sense e il mal di testa.
E aggiunge:
“Essere fuori controllo sul palco, ma saper controllare il fuori controllo. Avere la bravura di saper accendere un momento di pazzia, di perdita della coscienza ma saperlo fare. Possiamo accendere l’incoscienza sul palco, come se fosse un interruttore della luce, cerchiamo di perderci completamente nella performance….”.
Tutto questo per Morgan ha un nome?
“Si chiama ‘psicodramma’. Quest’anno è uno psicodramma”.
Le premesse sono ottime, non c’è che dire. Ma tra tanta luce da vedere e tanti interruttori da accendere a noi una domanda sorge spontanea: quest’anno Enel è ancora sponsor di X Factor, vero?
Si dice, inoltre, non interessato alla categoria che avrà in cura (sembrerebbe si tratti degli Under 24 Uomini):
“Sarebbe come se mi interessassi al tempo e io non sono metereopatico. Le squadre sono come gli accidenti, come gli agenti atmosferici: se c’è la grandine te la prendi, come arrivano te le prendi: vorrà dire che a seconda di quel che arriva mi organizzerò”.
E veniamo al tormentone dell’anno, Mika (che secondo Cattelan tutti temono, ma non lo ammettono).
“No, non temo mica Mika, anzi lo amo. Mi piace molto come artista e come persona”.
Beh, diciamo che l’espressione non è delle più convincenti. E aggiunge:
“E’ un ottimo acquisto nella squadra. Credo sia molto stimolante anche perché viene da un’esperienza artistica molto diversa dalla nostra e quindi c’è solo da imparare e da scambiare. Lo vedo molto come uno scambio culturale, tipo quelli che facevo al liceo, per cui un gruppo di noi andava a casa di amici e poi si dormiva sul divano… Ecco quest’anno andiamo tutti a Londra”.
Che ci sia un pizzico di ironia nelle sue parole? Di certo Morgan ridacchia della sua analogia.
Si chiude con un invito:
“Ci vediamo a settembre. E accendiamo la musica”.