Europei 2012 in Rai – Fulvio Collovati e il ritorno dei sovietici
Per il commentatore tecnico, durante l’incontro di ieri sera, i polacchi si scontravano con i sovietici.
Forse non l’abbiamo capito noi. Forse ha proprio ragione Ivan Zazzaroni quando dice su Twitter che, con il suo pezzo di critica, il nostro Gabriele Capasso ha sparato sul «bersaglio facile». Perché diciamocelo: il bersaglio, più passano i giorni, più si ingigantisce: lo colpirebbe anche un infante poco avvezzo a questioni di mira.
Lo colpirebbe persino qualcuno che non capisce nulla di calcio.
Perché siamo d’accordo: Fulvio Collovati è lì per un commento tecnico, chi dice niente; qualcosa si può dire sulla qualità, sull’intensità e sulla precisione del commento tecnico, ma per questa volta soprassediamo – perché abbiamo già detto tutto – e ci concentriamo su altro. Ieri sera Collovati commentava Polonia – Russia, un match preceduto da scontri all’esterno dello stadio, testimonianza di una rivalità fra le due nazionali che va ben oltre le semplici ragioni calcistiche e che è, invece, ben radicata nella storia.
Una storia che il commentatore tecnico evidentemente ignora, visto che a più riprese ha definito i giocatori della Russia
«I Sovietici».
I Sovietici. Non è uno scherzo: se ne sono accorti pure su Repubblica e sul CorSera, non siamo noi che ci vogliamo accanire a tutti i costi. I Sovietici. Insomma, il povero Collovati ha trascinato i suoi telespettatori in un viaggio nel tempo, facendoli atterrare nel mondo pre-1991 (anno in cui l’Unione Sovietica si dissolse). Sì, certo: è un commentatore tecnico.
Ma poi non ci si lamenti se qualcuno fa notare con toni duri il pessimo servizio che la Rai rende ai propri abbonati. E’ il bersaglio-Rai-agli-Europei che diventa sempre più grosso. Non noi che diventiamo più esigenti. D’altro canto, viviamo in un paese dove per anni si è gridato al rischio comunista. Non sorprende che per Collovati siano tornati i sovietici.