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L’ipocrisia di Pulsatilla in tv

Ecco, Pulsatilla incarna ideologicamente (se mai la sua fosse un’ideologia e non una mentalità usa e getta) tutto ciò che non ho mai potuto soffrire: il qualunquismo anti-televisivo. Premetto che mi interesso a lei, più che per i suoi enfatizzati meriti editoriali, da quando ha ipocritamente dichiarato di non vedere la tv semplicemente perchè non

25 Novembre 2006 12:40

pulsatilla la ballata delle prugne seccheEcco, Pulsatilla incarna ideologicamente (se mai la sua fosse un’ideologia e non una mentalità usa e getta) tutto ciò che non ho mai potuto soffrire: il qualunquismo anti-televisivo.
Premetto che mi interesso a lei, più che per i suoi enfatizzati meriti editoriali, da quando ha ipocritamente dichiarato di non vedere la tv semplicemente perchè non ce l’ha.
Pulsatilla è una blogger frustrata come tante e ambiziosa come poche (in fondo le è capitato il classico fattore c) che ha scelto un bizzarro pseudonimo derivante da una strana pianta, carina fuori e velenosa dentro, un po’ come la sua anima pungente e a al contempo tintillante.
I presupposti per fare di questa ragazza un fenomeno sociale c’erano tutti. Perciò, un bel giorno, dopo mesi di fervido postare a perdere che la vedevano sfogare in rete elucubrazioni sparse e nevrastenie dell’ultima ora, ha ricevuto la grande occasione di una vita (da blogger, si intende): pubblicare un libro.
Nel suo caso, infatti, la casa editrice Castelvecchi, da sempre vicina a nuove tendenze e fenomeni editoriali fuori dai canoni, l’ha contattata direttamente online per fare del suo blog il motivo ispiratore di una strampalata autobiografia.
Chi può biasimarla, di certo il sottoscritto non ha alcuna invidia per Valeria Di Napoli, questo il suo vero nome, che ha accettato l’offerta come avrebbe fatto chiunque di noi, senza alcuna esitazione.
La vera ipocrisia, semmai, sta nel tour promozional-televisivo con cui Pulsatilla incombe sullo schermo a lei sconosciuto, infiltrandosi con un’ingenuità aberrante nella combriccola di Buon Pomeriggio o nel parterre ultra-chic de Le Invasioni Barbariche. Senza dimenticare l’ultima apparizione a La Grande Notte, in cui al suo primo intervento ci ha rimediato una figura barbina. Quando Gene Gnocchi le domanda quale cantante vorrebbe riesumare dal passato, lei risponde Iva Zanicchi. Come se se ne fosse mai andata. A parte questo, lei ha la solita giustificazione con cui sentirsi nobile e superiore agli altri astanti: la televisione a casa neanche ce l’ha. E’ rimasta ai tempi dell’adolescenza, in cui guardava Ok il prezzo è giusto con la mamma che un bel giorno, per fare la sinistroide convinta, ha deciso di boicottare la tv.
Atteggiamento condivisibile se affrontato con coerenza.
Peccato che, quando ho domandato personalmente a Pulsatilla, in occasione di un incontro alla Feltrinelli, come pensava di affrontare le ospitate televisive di cui è totalmente ignara, mi ha risposto che l’avrebbe disorientata, ma al tempo stesso obbligata a informarsi su ciò a cui andava incontro. Un po’ come per la lettura dei giornali: ha iniziato a conoscerne l’esistenza da quando pubblicano le sue interviste e le affidano la posta del cuore.
Non c’è che dire, bell’atteggiamento per una scrittrice emergente la totale ignoranza della realtà.
Che le beghe catodiche, rispetto a ciò che ci circonda, siano robetta (parola di Boncompagni), è un dato inconfutabile.
Ma pensare che al mondo esistete solo tu e il tuo libercolo per ostentare un vacuo culto della parola (ma i contenuti dove sono?) è davvero triste.
Soprattutto quando rispondi alle conferenze con un “a me mi” che di letterario sa ben poco e lo spacci al pubblico per una licenza colloquiale.