L’abito di scena è quello di Sconsolata, ma a parlare è Anna Maria Barbera: l’abbiamo incontrata al Giffoni Film Festival 2013 e abbiamo scoperto una donna di grande dolcezza e di rara timidezza. Se Sconsy non teme di andare in tv e far ridere dal palco di Zelig con le sue storie di vita vissuta, Anna Maria si schermisce davanti ai ragazzi del GFF cui ha scelto di presentare la figlia Charlotte, 26 anni, una bella ragazza sorridente che somiglia alla mamma e che sembra intenzionata a fare l’attrice.
Di lei finora si è saputo poco: giusto in un’intervista di qualche mese fa su Gente, la Barbera aveva raccontato la loro storia.
“Quando sono rimasta incinta, il mio uomo voleva solo me. E io l’ho lasciato per avere lei”,
disse al settimanale, e che tra loro il rapporto sia simbiotico lo dimostra anche il modo in cui la mamma aggiusta i capelli della figlia durante l’intervista. Tenerezza assoluta.
Per farla breve, Anna Maria è stata una scoperta. Certo, chi la segue sa dei suoi studi con Gassman, sa delle sue origini da teatro drammatico ed è proprio lì che sembra la Barbera voglia tornare, per poter raccontare le donne sempre più vittime di un sistema e di una società che non le difende.
Dei suoi prossimi progetti parla poco, così come non accenna a un ritorno in tv, ma ha le idee chiare su cose le piacerebbe fare, soprattutto per il grande schermo:
“Ho ricevuto un dono e il mio desiderio sarebbe quello di essere interprete delle vicissitudini delle donne. Sconsy, con un sorriso, è riuscita a dire delle cose, ma Anna Maria è una donna tragica..”,
e guarda al cinema:
“Vorrei raccontare le donne sopraffatte, vorrei portare al cinema donne che non hanno voce voce, se registi e produttori fossero lungimiranti come un tempo lo furono i miei maestri, come Albertazzi o Gassman”.
Il percorso verso una narrazione più ‘drammatica’ del mondo femminile in fondo è già iniziato con “Caro Amico diLetto”, ma non teme di disorientare il pubblico:
“Il pubblico mi ha sempre compreso, immediatamente. Se sono qui lo sono per la gente. E lo dico ‘non per spiaggeria’, come direbbe Sconsy”.
L’appello a registi e produttori è stato lanciato: che sia per il cinema o magari per la tv, ma speriamo che Anna Maria riesca ad esaudire il suo desiderio e possa raccontare sul grande o piccolo schermo l’altra faccia delle donne, quella meno brillante regalataci da Sconsy e più tragicamente quotidiana.