Il braccio e la mente – Il giocattolo rotto di Flavio Insinna. Si aggiusterà?

Immaginate di investire i vostri risparmi, preziosi in tempi di crisi, su un giocattolo mezzo rotto. Il bambino a cui lo regalate lo accoglie tiepidamente appena scartato, per poi rigettarlo ogni giorno che passa. A quel punto, però, non puoi mica buttarlo.

E’ un po’ questo l’altalenante mood de Il braccio e la mente, il quiz che doveva riportare su Canale5 una dimensione ludica e ora è costretto a fare un passo indietro, dopo l’inclemente ascolto da minimi storici per un preserale (crollato sotto i 2 mln di spettatori e all’11%).

Vi sarete accorti che da questa sera Flavio Insinna ha smesso di ballare e cantare la sigla, sostituita da un breve jingle introduttivo. In più il giocattolificio è stato praticamente dismesso: via il trenino che introduceva in studio i concorrenti, niente più ballerini vestiti da schiaccianoci. Lo stesso presentatore ha pensato bene di rinunciare alla giacca rossa di velluto, che nel mese di maggio era troppo pure per un luna park.

Il braccio e la mente – Le correzioni dalla seconda settimana

Il conduttore è sicuramente meno adrenalinico, appare provato dal riscontro flop della prima settimana. Il suo mitigato sorriso, più che ai concorrenti, è riservato al pubblico in studio, che cerca di coinvolgere in stile Bonolis. Insinna cerca disperatamente quelle spalle da cui il Paolino nazionale era attorniato.

Il resto del programma, in ogni caso, non si può cambiare. Le risibili prove fisiche, i giochini di parole, la favoletta, il vocabolario… Peccato che, venuto meno l’impianto, i singoli momenti sembrino svuotati di senso. Con un Game over in agguato, che un Insinna già provato da vicende personali proprio non si meriterebbe.