Santoro con Freccero, il tandem per la direzione della Rai
Michele Santoro dal Festival del Giornalismo “provoca” e si candida alla direzione generale della Rai, carte alla mano.
Michele Santoro insiste e continua nella sua provocazione autocandidandosi al ruolo di Direttore Generale della Rai. Non si tratta più (solo) di una boutade, ma di qualcosa che nel mentre prende corpo va a minare alle fondamenta il sistema di nomina dei dirigenti della tv pubblica. La richiesta al presidente del consiglio Mario Monti è quella di privilegiare il merito. Come? Molto semplice: confrontando i curriculum dei candidati. Se si vuole sottrarre la tv pubblica al meccanismo della lottizzazione cosa c’è di meglio che rendere pubblici i curriculum di quanti vengono proposti per andare ad occupare quella posizione?
Da questo punto di vista Santoro è “corazzato” perché dal Festival del Giornalismo di Perugia non si propone “da solo”, ma in tandem con un dirigente di altissimo profilo e con un’esperienza pregressa che ha pochi pari: Carlo Freccero.
Sia io che Freccero abbiamo i curriculum, le competenze, le capacità. Ma è anche una provocazione nel senso che sogno un paese dove chi vuole ricoprire alti incarichi pubblici esce allo scoperto, lo dice chiaramente e quindi si crea una competizione reale, basata sulle competenze. Bisogna puntare sulla multimedialità, se uno vuol prendere in mano la Rai e non vuol fare tagli dolorosi all’occupazione deve investire sulla multimedialità.
Come dargli torto? Anche perché Santoro ha le idee chiare su cosa cambierebbe nella Rai per “svecchiare” il palinsesto e snocciola proposte come la promozione di Floris su RaiUno e il passaggio di Vespa a RaiTre (“per mescolare le carte”), ma anche il ripescaggio di autori che sono stati espulsi dalla televisione o sono “confinati” su La 7:
La mia idea del servizio pubblico è una tv dove gli autori vengono prima delle logiche di potere, trovo scandaloso che personaggi della caratura di Paolini o Luttazzi siano esclusi, perché non ci sono? Perché mancano i contenuti?
E a chi gli domanda come si rende compatibile questa candidatura con la trattativa con La 7, confermata recentemente dallo stesso Enrico Mentana, spiega:
Sono un operatore della televisione, che tra l’altro al contrario di come vengo descritto dai giornali, sono alla testa di una piccola azienda alla quale lavorano decine di persone. Questo è un punto molto importante, non è solo Santoro che va a La 7, ci sono diverse decine di persone che aspettano di sapere cosa faccio io per poter lavorare. Devo sempre cercare di migliorare il mio lavoro futuro. Capisco che ci sono alcuni giornali che sono molto preoccupati dalla prospettiva che noi andiamo su La 7.
Arriverà una risposta di Mario Monti?