Rai3, Andrea Vianello: “È rete da servizio pubblico, non ci sono appartenenze politiche, solo professionisti”
Il direttore di Rai3 parla anche dei flop Neripoppins, Celi mio marito e La Guerra dei mondi spiegando che anch’essi “lasciano spunti importanti per il futuro”.
Dopo settimane di attacchi e di esposti presentati all’Agcom, Andrea Vianello decide di rispondere a Renato Brunetta, che anche in Vigilanza Rai non aveva lesinato critiche alla presunta mancanza di pluralismo di Rai3. Il direttore della terza rete della tv pubblica in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera sceglie la via della replica pacata, ma decisa, pur premettendo che “per Vigilanza e Agcom si replica nelle sedi istituzionali”.
Io rispondo al Renato Brunetta critico de Il Foglio (il riferimento è al pezzo scritto dal deputato Pdl sul giornale di Giuliano Ferrara, Ndr), un’intelligenza guizzante e provocatoria. Parliamo di alcuni tra i migliori professionisti Rai, che garantiscono eccellenti ascolti e producono fatti e notizie. Il critico Brunetta sbaglia prospettiva. La contabilità dei numeri non basta a calcolare l’equilibrio politico.
Insomma, il punto di vista di Vianello è chiaro. Ballarò, Che tempo che fa, In mezz’ora sono “trasmissioni che seguono la priorità delle notizie, non tribune politiche”. Poi aggiunge:
Si fa sempre l’errore di considerare un’intervista faccia a faccia come una passerella per il politico. Dipende da come si fa l’intervista: da noi è una prova da superare.
Vianello, prima di rivendicare che “siamo gli unici, con La7, a crescere: +0,24% nel daytime tra febbraio e giugno, +0,55% in prima serata in estate”, nega che si possa parlare ancora di Telekabul:
Raitre è una rete fortemente da servizio pubblico: approfondimenti, inchieste, racconti della realtà. Non ci sono pericolosi sovversivi né esponenti di partito… Non ci sono appartenenze. Solo grandi professionalità, questo sì.
Ed infatti Vianello, che dice di puntare “a far diventare Raitre la rete del grande cinema” e di mirare a principi quali il dovere della memoria, la legalità e la cultura, svela che non riceve nessuna telefonata da parte di politici anche perché “viviamo in una fase particolare della storia Rai”.
Infine, le domande su alcuni casi particolari. A partire da Blunotte, chiuso per budget:
Confido che chiuderemo un accordo con la casa di produzione del suo programma. Siamo sotto spending review: dobbiamo contenere i costi e mantenere alta la qualità. La tv non è più il paese di bengodi e occorre che tutti capiscano e collaborino.
Infine Neripoppins, Celi mio marito e La Guerra dei mondi. Partendo dal presupposto che “non è più tempo di numeri zero” perché “costano troppo” e che la rete ha nei marchi storici il suo punto forte, gli esperimenti di Neri Marcore, Lia Celi e David Parenzo “lasciano spunti importanti per il futuro”.