Home Il bambino che gioca a fare Fabio Volo. Tra caffè, autografi e doppi sensi

Il bambino che gioca a fare Fabio Volo. Tra caffè, autografi e doppi sensi

A Volo in diretta un altro esempio di strumentalizzazione dell’infanzia in tv.

pubblicato 29 Marzo 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 05:51


Pensavamo di aver visto i bambini fare qualsiasi cosa in tv. Cantare, ballare, cucinare, fare gli opinionisti. Ma un bambino che giocasse a fare Fabio Volo, effettivamente, mancava. Toccando punte di narcisismo inenarrabili il conduttore ha finto, durante Volo in diretta di stasera, di avere un alter ego in miniatura (non contento di aver già debuttato con un bebè in braccio).

Un bambino di età scolare ha interpretato l’attore-scrittore, dispensando al suo posto perle di retorica con tanto di libri sul comodino intitolati “Come fingere di avere un’opinione su tutto” e “Come diventare filosofo senza morire”. E fin qui si potrebbe apprezzare l’autoironia.

Peccato che il bambino si trovasse immerso in un ambiente assolutamente “adulto”: lettone di un loft degno di un’alcova – dove solo un peluche di Hello Spank risulta “adeguato” – e gigantografia sullo sfondo che sembrerebbe immortalare un possente fondoschiena. Magari ad alludere alla “fortuna” del successo, invisa ai più. Peccato che sia stata accostata l’immagine “forte” di un sedere, pur sempre, a un bambino.

Fabio Volo bambino




A questo va aggiunto che il piccolo Volo se ne va in giro da solo per Corso Sempione, in piena Milano, firmando autografi, bevendo caffè nei bari e recitando aforismi come “la felicità è una porta che si apre da dentro”. Poi va in radio a tirarsela con Linus, come il suo “personaggio”, e sul finire tocca per un pelo il grottesco.

Il bambino si è, infatti, prestato al remake di Ghost con tanto di musichetta e scollata partner femminile, ma con la farina – perché Volo vuole ricordare che “faceva il panettiere” – al posto della creta. L’idea poteva essere bellissima raccontando il rapporto tra una madre e un figlio, ma se ricordiamo che qui il bimbo interpreta Volo – sex-symbol come la scena sessualmente connotata di Ghost – c’è qualcosa che non torna.

Il sottoscritto è rimasto emotivamente sorpreso e razionalmente perplesso insieme. Che è poi la reazione scatenata da ogni prodotto targato Volo: l’ottimismo della “Volo-ntà” e il pessimismo della ragione.

Rai 3