Fratello maggiore, protestano l’Aiart e Avvenire: “Italia1 fatica a non essere trash”
Il nuovo docu-reality di Clemente Russo fa polemica.
Fratello maggiore: Fabrizio dà fuoco alla madre, Rebecca mignotteggia
Era prevedibile che Fratello maggiore suscitasse polemiche, specialmente negli ambienti cattolici. Pronta, infatti, la reazione dell’Aiart, l’associazione di telespettatori cattolici, tramite il suo presidente Luca Borgomeo:
“Abbiamo ricevuto decine di proteste. Un format che dovrebbe educare i giovani, ma che nei fatti ridicolizza la figura dei genitori e affida la figura di tutore a un pugile che propone situazioni davvero poco credibili. Italia 1 fa davvero fatica a non fare tv trash”.
Anche il quotidiano Avvenire rincara la dose, parlando di programma “nato da una buona idea e risolto in modo pessimo”.
“Proposto spavaldamente in prima serata, Fratello maggiore di Italia 1 ha mirato – accade spesso nella rete – a colpire e sconcertare, anziché trattare con pacata chiarezza, come annunciato, di adolescenti difficili in rotta con le famiglie, alle quali il pugile Russo, con la garanzia di un’infanzia difficile a Scampia, avrebbe dovuto dare indicazioni di vita. Una goffa sceneggiatura mirante all’orrido ha così presentato, oltre a urtanti scene di violenza sulle madri, da parte di un ragazzotto e di una ragazzotta animati da rabbia furiosa, degna di rimedi drastici, scene certamente inadatte a una prima serata anche se ben (!!!) recitate dai protagonisti”.
Anche Clemente Russo è stato ritenuto inadeguato nel ruolo di “terapeuta”:
“Russo, il fratello maggiore che avrebbe dovuto rappresentare la saggezza affettuosa che comprende e indirizza, è risultato una figura inerte e priva di comunicativa: e altrettanto mancate sono state le figure delle madri vituperate e minacciate con linguaggio da trivio ma che esibiscono una compunta docilità «ho paura che prenda una cattiva strada» ammette la prima, mentre il figlio tenta di darle fuoco –”.
Definita “saccente e sedicente” la psicologa, che “ha sentenziato alla svelta le sue banalità”. Contestate anche le “rapide conversioni in provini televisivi di opaco squallore o in finte partecipazioni allo spegnimento di un incendio, insieme ai pompieri”.
Si grida alla “violenza esibita, inutile per gli effetti richiesti, la comprensione delle cause e il rimedio possibile”. Infine, Avvenire considera “pericoloso il realismo delle scene proposte, in cui si colgono gli estremismi di una furia sfrenata e un desolante vuoto interiore”. Qui ritrovate la nostra recensione.