Lorella Cuccarini ricomincia da Lo zio d’America
L’importante è ricominciare, tornare in pista, ricollocarsi in qualche modo in un panorama televisivo così inclemente e insidioso come quello odierno. Una sfida difficile, per chi è stata consacrata artisticamente dalla felice era della meritocrazia del talento. Stiamo parlando di Lorella Cuccarini, che dopo i fasti dell’antico varietà e l’intrattenimento nazionalpopolare, confida nella fiction per
L’importante è ricominciare, tornare in pista, ricollocarsi in qualche modo in un panorama televisivo così inclemente e insidioso come quello odierno. Una sfida difficile, per chi è stata consacrata artisticamente dalla felice era della meritocrazia del talento.
Stiamo parlando di Lorella Cuccarini, che dopo i fasti dell’antico varietà e l’intrattenimento nazionalpopolare, confida nella fiction per ritrovare una nuova identità mediatica, consona alle nuove leggi dell’entertainment ma anche alla sua professionalità.
La ritroveremo domani in qualità di protagonista femminile de Lo zio d’America 2, serie per famiglie che riscosse un discreto successo nel 2002 sdoganando Christian De Sica come volto televisivo (il quale ancora ringrazia per la possibilità di attecchire su un pubblico meno maschilista e medio borghese).
Alla Cuccarini tocca un’eredità onerosa, quella di colmare il vuoto lasciato dal verace personaggio di Maria della prima serie, brillantemente interpretato da Ornella Muti. Sarà, dunque, l’ex showgirl questa volta a far breccia nel cuore del conte Massimo Ricciardi, diviso tra l’amore per lei e le lusinghe dell’aspirante attrice Claudia, ruolo rivestito da un personaggio emergente ma piuttosto quotato: Myriam Catania.
Lorella ha dichiarato di aver raggiunto un’ottima intesa con De Sica e di confidare in un progetto teatrale insieme (mentre lei stessa è attualmente impegnata nella tournee di Sweet Charity e Christian sta lavorando alla sua prima commedia pseudo-autobiografica in collaborazione con Maurizio Costanzo).
In più, la donna più amata dagli italiani (questo lo slogan che ne ha immortalato per anni il vasto consenso di pubblico) non nasconde l’amarezza per il lungo esilio dal video (dopo il flop di Scommettiamo che con l’inseparabile Marco Columbro)…
“I vertici Rai, nella loro coerenza più totale, sono si sono mai fatti sentire fino alla scadenza del contratto. Mi piacerebbe condurre un reality, non credo sia un genere in crisi: ci sono prodotti fatti bene e altri fatti male. Il pubblico, forse, è stanco di una certa liturgia. Il reality a cui penso io è più simile a quelli che vedo all’estero: senza studio, avventurosi, col conduttore che parte con i concorrenti. Sono in attesa che si riparli del varietà, ora che danno per morto il reality. Aspetto fiduciosa il ritorno a una tv pacata. Sarà quello il mio turno”.
Fermo restando che i corsi e ricorsi di cui parla la Cuccarini sono un dato incontrovertibile, che è anche lo specchio dei tempi che cambiano, in molti sarebbero lieti di rivederla al timone di un programma tutto suo, ma che sia nelle sue corde attuali, senza ridursi all’amarcord di vecchie coreografie e spaccate cadute in disuso.
La televisione, oggi, richiede personalità e credibilità nel ruolo.
Ne riparliamo quando la Cuccarini avrà visionato un solido format adatto alla sua maturità anagrafica e artistica (preferibilmente non avventuroso visti i precedenti), magari in sintonia con l’ immagine materna che la rende così adorabile e amata dal pubblico femminile.