Governance Rai – Nulla di fatto al vertice
Monti, Alfano, Casini e Bersani non trovano l’accordo sul servizio pubblico. Discussione rimandata.
La foto pubblicata su Twitter da Pierferdinando Casini ieri sera faceva pensare che al vertice fra Monti, Bersani, Alfano e lo stesso Casini ci fosse un bel clima disteso. Ma evidentemente non era esattamente così.
La discussione sulla Rai e sulle nuove nomine del consiglio d’amministrazione del servizio pubblico hanno visto Pd e Pdl arroccati sulle rispettive posizioni: i primi non intendono partecipare alle nomine se verrà mantenuto lo status quo normativo (se poi accadrà davvero, nel caso, è tutto da vedere); i secondi non intendono dare il loro placet a una revisione della legge Gasparri.
Con i due contendenti non disposti a cedere, al termine della riunione-fiume a palazzo Chigi, evidentemente il Presidente del Consiglio Mario Monti ha optato per una soluzione diplomatica della questione: rinviarla a un prossimo incontro, in data ancora non definita.
Insomma, il gioco dei veti incrociati, per il momento, non fa che lasciare le cose come stanno. Il 28 marzo è vicino. Stando a quanto riporta il Sole24Ore, si potrebbe optare per una mini-riforma che riduca il numero dei consiglieri da nove a cinque, con un presidente eletto dai due terzi della Vigilanza. La cosa richiederebbe comunque una legge per modificare almeno una parte della Gasparri. Ecco perché la proroga dell’attuale cda sembra essere un’ipotesi sempre più concreta. Anche perché la riduzione del numero non risolverebbe i problemi a monte: chi rinuncerebbe a nominare uno dei consiglieri? E il Presidente, non diventerebbe dunque necessario e vincolante per trovare una maggioranza? E come verrebbero riequilibrati i poteri fra il Cda e il d.g.?
Insomma, il futuro della Rai, almeno fino a giugno, potrebbe chiamarsi prorogatio.