Home Notizie #WIDG – Marco Travaglio: «Qualità nella tv italiana? Mai così bassa»

#WIDG – Marco Travaglio: «Qualità nella tv italiana? Mai così bassa»

Il parere di Marco Travaglio sull’Auditel, sulla televisione nostrana e sull’informazione in tv, nell’ambito di WIDG

pubblicato 2 Marzo 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 22:54


Nell’ambito di WIDG – La tv che vorrei, TvGlobo ha intervistato Marco Travaglio – ieri sera, impegnato a far chiarezza, in Servizio Pubblico, su tutte le “balle” che riguardano la Tav.

Nell’intervista, Travaglio non usa mezzi termini quando parla dell’Auditel:

«E’ uno strumento ampiamente superato, non riesce più a cogliere la nuova televisione. Una nuova televisione che è cambiata: sono cambiati i programmi, il pubblico. E l’Auditel ha evidentemente un campione tarato sulla vecchia televisione generalista, soprattutto sul varietà e sulle TV semplicistiche che piacciono a un pubblico poco alfabetizzato. In fondo, quello è il campione che interessa a Rai-Mediaset, che non sono solo i padroni delle televisioni ma anche dell’Auditel».

Poi, l’affondo sulla qualità in televisione:

«Penso che non sia mai stata così bassa. Chi ha visto la TV negli ultimi 30 anni ha potuto vedere quale curva discendente ha subìto dal punto di vista della qualità soprattutto perché non c’è più diversificazione dell’offerta. Tutte le reti Rai e Mediaset, a furia di non farsi concorrenza, spendere sempre meno per investimenti in proprio ed esternalizzare le produzioni, sono diventate tutte uguali».


WIDG - La tv che vorrei Il giornalista e vicedirettore del Fatto Quotidiano è molto duro, come di consueto, ma affonda proprio in quel ventre molle della tv italica che, in fondo, è alla base di WIDG – La tv che vorrei: questo legame indissolubile – per meri interessi commerciali e di mercato – fra la quantità e la qualità.

Travaglio sottolinea come l’esistenza di un prodotto come Servizio Pubblico mostri che la “statistica” su cui si basa l’Auditel diventi poco credibile, vista la difficoltà ad aggregare i dati delle tv locali che lo trasmettono.

E poi suggerisce, per valutare la “qualità”:

«Basterebbe commissionare dei sondaggi attendibili e seri che mettano in primo piano non solo i numeri ma anche la qualità».

Un po’ quel che WIDG sta provando a fare, a titolo sperimentale.

[L’intervista integrale su TvGlobo]

Foto | © TM News