Il DDL Gentiloni che “cambia” la tv
Politica e televisione sono strettamente e largamente integrate. Ecco perché ci pare il caso di affrontare l’argomento del nuovo disegno di legge Gentiloni, che dovrebbe riformare integralmete la vecchia legge Gasparri sul sistema televisivo. Cerchiamo di non dare valutazioni strettamente politiche – almeno qui, nel post. Nei commenti potete, naturalmente, dar vita al dibattito, nel
Politica e televisione sono strettamente e largamente integrate. Ecco perché ci pare il caso di affrontare l’argomento del nuovo disegno di legge Gentiloni, che dovrebbe riformare integralmete la vecchia legge Gasparri sul sistema televisivo. Cerchiamo di non dare valutazioni strettamente politiche – almeno qui, nel post. Nei commenti potete, naturalmente, dar vita al dibattito, nel rispetto delle idee di tutti, inutile dirlo – ma di attenerci a quelli che sono i punti salienti del disegno legge. Gentiloni (nell’immagine), peraltro,
ha un blog, sul quale verosimilmente parlerà anche di questo disegno legge. Personalmente, trovo che l’unico modo per un’informazione corretta sia rimandarvi (e riportare in calce) ai punti salienti del disegno così come vengono presentati ufficialmente sul sito del Ministero delle Comunicazioni. Eccoli:
– l’adozione di misure intese a contenere la raccolta di risorse pubblicitarie nel settore televisivo in capo a ciascun soggetto entro limiti idonei (45%) a contrastare il consolidamento di posizioni dominanti e la frapposizione di rilevanti barriere all’ingresso di nuovi operatori; il superamento degli sbarramenti normativi e regolamentari all’ingresso di nuovi soggetti nel mercato della televisione digitale terrestre, in funzione della massima apertura del mercato; la limitazione dei fenomeni di sovrapposizione e ridondanza nell’utilizzo delle risorse frequenziali da parte dei singoli operatori, in conformità ai principi comunitari e nazionali di uso efficiente dello spettro radioelettrico;
– l’adozione di misure idonee a consentire la deconcentrazione del mercato delle reti radiotelevisive, la liberazione di frequenze e l’assicurazione di generali condizioni di obiettività, trasparenza, proporzionalità e non discriminazione nell’accesso e nell’uso delle risorse frequenziali, secondo quanto richiesto dalla Commissione Europea; la garanzia di accesso alla banda larga per tutti gli operatori interessati, secondo condizioni e criteri di obiettività, trasparenza, proporzionalità e non discriminazione;
– la disciplina della rilevazione degli indici di ascolto televisivo secondo criteri intesi ad assicurare la massima rappresentatività di tutte le piattaforme trasmissive e di tutti gli operatori presenti sul mercato; un sistema sanzionatorio più efficiente quanto ai meccanismi del presidio e più efficace quanto alla misura delle sanzioni, in linea con i rilievi e le sollecitazioni formulati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni con la segnalazione al Governo del 12 luglio 2006.Tra le misure previste per il raggiungimento degli obiettivi:
l’anticipo del trasferimento sul sistema digitale di una rete degli operatori che ne posseggono tre (la nuova scadenza è 15 mesi dall’approvazione della legge); il tetto del 20% per la capacità di trasmissione per ciascun fornitore di contenuti nel sistema televisivo digitale. Il disegno di legge, inoltre, abroga alcune norme della legge 112 del 2004.