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Verro: «La Rai è una S.p.a., riaffidare il Tg1 a Minzolini». La Rai risponde picche

Il consigliere del cda cita una sentenza della Corte di Cassazione e chiede che Lorenza Lei reintegri nel suo vecchio incarico il “direttorissimo”.

pubblicato 24 Dicembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 00:55


Le polemiche che riguardano Augusto Minzolini non si placano nemmeno a Natale. Ieri, il consigliere Antonio Verro (quota Pdl), citava una sentenza della Corte di Casasazione secondo la quale la Rai è una società per azioni. Questa, secondo il membro del legge n.97/2001, quella cioè che riguarda le Norme sul rapporto tra procedimento penale e procedimento disciplinare ed effetti del giudicato penale nei confronti dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche.

Ecco la nota di Verro:

Apprendo che la Corte di Cassazione, all’interno di una recentissima sentenza in cui accoglie le istanze della società concessionaria del Servizio pubblico, definisce in maniera chiara ed univoca che la RAI è una società per azioni, ribadendo in particolare quanto previsto dall’art. 49 del decreto legislativo n. 177/2005 (il testo unico della radiotelevisione).
La sentenza rafforza quindi la convinzione, già espressa anche in Consiglio di Amministrazione dal sottoscritto e da altri consiglieri, sull’inapplicabilità della legge n. 97/2001 alla posizione di Augusto Minzolini.
Venendo meno il presupposto giuridico che aveva portato al trasferimento del Direttore, mi aspetto quindi che già nel prossimo CdA il Direttore Generale porti una proposta per sanare la questione e riaffidare la Direzione del TG1 ad Augusto Minzolini.

La Rai, però, risponde picche e ribadisce la propria posizione in merito alla questione.

I lettori meno avvezzi ci perdoneranno, ma la nota degli avvocati del servizio pubblico va pubblicata nella sua interezza:

In riferimento alle notizie relative alla sentenza della Cassazione, Sezioni Unite civili, n. 28329 del 22 dicembre 2011, di accoglimento del ricorso di RAI, la stessa RAI precisa – attraverso i propri legali, Avv. Maurizio Bellacosa e Avv. Maurizio Santori – che la affermazione sulla natura di società per azioni di RAI non incide sulla applicabilità della legge n. 97 del 2001. Quest’ultima prevede infatti il trasferimento o la messa a disposizione del soggetto rinviato a giudizio per alcuni reati (ivi compreso il peculato) riferendosi non solo ai pubblici impiegati, ma anche ai dipendenti di “enti a prevalente partecipazione pubblica”, tra i quali va certamente ricompresa la RAI.

D’altronde, la stessa sentenza della Cassazione – richiamando le precedenti pronunce a Sezioni Unite del 2008 e del 2009 sulla assimilabilità di RAI ad un ente pubblico – riconosce che la RAI è “regolata secondo il regime generale delle società per azioni”, ma, al tempo stesso, è “soggetta ad una disciplina particolare per determinati aspetti ed a determinati fini, riguardanti anche la giurisdizione, chiaramente dettata da interessi di natura pubblica”.

In sostanza, se la Rai, da un punto di vista di regime generale è effettivamente assimilabile a una società per azioni, essa è anche servizio pubblico. Pertanto, la legge 97 del 2001 è ampiamente applicabile.