C’era una volta Kalispéra in seconda serata, forte del traino familiare di Paperissima e di una seconda serata del mercoledì che giocava d’anticipo. Alla corte di Alfonso Signorini, tronfio del successo del Grande Fratello e di un umile debutto da conduttore, c’erano tutti i divi delle sue copertine, dall’ancora Raista Simona Ventura a un Biagio Antonacci orfano di talk show.
Poi a dispetto di ogni scandalo arrivò lei, Ruby rubacuori, rigorosamente in veste piccola fiammiferaia. Perché sino all’anno scorso Kalispéra era pienamente funzionale al sistema e, dietro la facciata del gossip, nascondeva un obiettivo ben preciso: a colpi di beh va beh e leggerezza imperante, doveva distrarre il pubblico televisivo dallo spauracchio della recessione e della crisi di governo.
Ora che con la politica non si scherza c’è sempre l’intervista esclusiva a Belen, che fresca di abbronzatura alle Maldive accetta le venga chiesto “del suo momento difficile”, ma senza esporsi troppo sul misterioso aborto. L’importante è sottolineare la sincerità dell’amore tra lei e Fabrizio, frutto di malelingue gratuite.
Se a questo ci aggiungete la scelta della lelemorina Francesca Cipriani come inviata, dell’ex velina Melissa Satta e della musa di Pingitore Pamela Prati come neoprimedonne, è come vedere tre ex poteri forti che si alleano per sopravvivere.
Per fortuna c’è anche Bonolis, che si collega da casa sua con tanto di pappagallo sulla testa. Un raro momento comico o, se preferite, la nuova frontiera del reality vip, con la rivelazione del Paolino nazionale che su Twitter ci sono solo suoi cloni. Peccato che anche la sua sia sembrata una tassa verso un personaggio troppo potente, perché si dica di no a un suo invito.
Kalispéra: la prima puntata in diretta
La diretta e l’ingordigia di Signorini affossano Kalispera
A un anno dall’incosciente esordio il ribattezzato Alfy ha iniziato a crederci ora che più mai, nel poter fare la tv a tutto tondo, sfruttando il successo di Kalispéra come garanzia per straripare ovunque. Prima avrebbe voluto condurre il reality sui prof precari, poi sospeso per ovvie ragioni politiche. Poi si è autocondannato al flop de La notte degli chef, un programma di cucina senza né capo né coda, mandato allo sbaraglio in prime time estivo.
Stasera, non contento, il Direttorissimo ha voluto la promozione di Kalispéra in diretta, che non solo arriva in piena austherity politica, ma nella versione fiume del prime time perde i suoi elementi di forza. Al montaggio vincente dell’anno scorso, che mischiava ospiti e registri diversi con un senso rutilante di “via vai”, si è sostituita la stanca ritualità di interviste e retorica da pubblicità progresso.
Signorini sembra diventato la d’Urso di Stasera che sera, che approfitta degli ospiti in promozione per reggere una prima serata tanto inesistente quanto interminabile. Se l’anno scorso, a detta di chi presenziava in studio, le registrazioni erano lunghissime, quest’anno non c’e la differita a occultare il limite principale di Signorini: non sa reggere una diretta.
Personalismi e qualche vallettismo di troppo
Lo abbiamo visto preso da un uso privatistico del mezzo che risulta stucchevole persino per una tv privata: un atteggiamento così autoriferito nella prima serata di Canale5, con tanto di cani, zia e Bagaglino a seguito (come fanno notare su Twitter), è decisamente troppo, specialmente se si grida all’ennesima interazione (mancata) col web e a una coralità che è solo al servizio del monarca.
Persino la decisione di affiancare alla Santarelli due antagoniste ha eliminato tutta la vena autoironica della precedente edizione, istituzionalizzando la restaurazione del vallettismo televisivo. Ogni ruolo femminile, che prima sembrava ispirarsi al teatro delle maschere, è diventato un personaggio qualsiasi a caccia di ingaggio: persino la portiera Olimpia ha perso spontaneità.
Solo Pieraccioni ha il coraggio di sfottere il monarca
L’unico momento godibile della serata è stato quello in cui il conduttore è stato messo in difficoltà da Pieraccioni, che ha fatto dell’ironia sul Signorini come risposta Mediaset a Fiorello.
L’attore toscano, pure a sua volta ospite per l’ennesima marketta del suo cinepanettone, ha detto poi no alla dittatura del farsi chiamare “amore” da Signorini. E, quando poi il conduttore lo ha invitato a baciare Cecchi Paone in prima fila, come Fiorello con Mazza, Pieraccioni gli ha rigirato l’offerta per ovvie questioni di opportunità.
Tra una battuta e l’altra, rivelandosi coraggioso più che omofobo, Pieraccioni è stato l’unico a poter permettersi di dire al giornalista:
“Fai schifo come canti. Fai scappare pure i cani”.
Non è un caso che Signorini si sia scusato col pubblico, lamentando che quel momento era tutto a braccio:
“Mi stai rovinando la carriera”.
Quantomeno, tra tanti famosi accorsi a Kalispéra neanche fosse il Billionaire di una volta, è stata l’unica voce fuori dal coro.
Si rimpiange Ana Laura Ribas
Per il resto c’è da rimpiangere le incursioni nelle serate mondane di Ana Laura Ribas, se la novità più clamorosa di quest’edizione è Pamela Prati che torna sul luogo del delitto eseguendo Amado mio, ma per la prima volta in playback sulla voce originale. Della serie, il berlusconismo è ancora vivo ma tutti dobbiamo fare dei sacrifici.