Home Notizie #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend, cura omeopatica per famiglie. 10 milioni di Fiorello, rassicurati e rassicuranti. Tutto cambia perché nulla cambi

#ilpiùgrandespettacolodopoilweekend, cura omeopatica per famiglie. 10 milioni di Fiorello, rassicurati e rassicuranti. Tutto cambia perché nulla cambi

Una critica ragionata a #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend.

pubblicato 15 Novembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 01:57


Scenario post apocalittico: distruzione e macerie, radiazioni, epidemia di colera, peste, ebola. I medicinali sono appannaggio di poche farmaceutiche che li vendono a peso d’oro. Voi siete – o almeno, vi ritenete, fino a prova contraria – fra i sani. Ad un certo punto arriva qualcuno e vi propone dosi di oscillococcinum in quantità. Quante ne volete. Per prevenire. O magari per curare qualche sintomo che vi preoccupa un po’. Insieme alla cura omeopatica, vi propone anche una partita d’aspirina a prezzi modici. Be’. sono pronto a scommettere che lo accogliereste come il salvatore della patria.

La metafora non è peregrina: prendete lo scenario della televisione italiana. Prendete il suo deserto dei Tartari culturale che ospita e mettetevi lì, fra quelli che stanno a guardia davanti al piccolo schermo, in attesa proprio come i soldati della fortezza di Buzzati. Aggiungeteci, fra chi fa i turni di guardia, la critica televisiva. Ad un certo punto, all’orizzonte, compare lui, Fiorello, che è amico di tutti. Che non puoi non volergli bene. Che è pure bravo. Arriva elegante e con una confezione nuova di pacca. Che succederà? La stessa cosa. Vale anche per la politica, se volete, e per Mario Monti.

Fiorello si propone con una ricetta vecchia ma buona per tutte le stagioni. «Rispetto a quel che va in onda di solito», dicono tutti. E certo. Ma di solito va in onda l’encefalogramma piatto. Fiorello rassicura, va bene per le mamme e per i bambini. Fa una satira che accarezza ma non graffia. Non fa male. In più, è l’unico a saper intrattenere in quel modo lì. E’ il migliore su piazza, e può fare il botto col minimo sforzo, perché l’asticella della tv è talmente bassa che lui la scavalca con una sola falcata.

Sul suo blog, Gregorio Paolini lo paragona alla ricetta per uscire dalla grande depressione del ’29. Qui lo paragoniamo alla cura omeopatica che rende tutti sorridenti e plaudenti davanti al televisore; alla goccia d’acqua nel deserto; anzi, a qualcosa che nel deserto si muove e anima la monotonia, la bruttezza, l’orrore di una tv sguaiata e affatto piacevole a vedersi.

Ma la provocazione è questa: se la tv fa schifo – per usar una locuzione popolare. Ieri leggevo molti commentatori dire, su Twitter, con ostentazione: «E’ la prima volta che accendo la tv da mesi». Vai a crederci – è con il meno peggio, che si cambieranno le cose? Vieni via con me ha davvero cambiato il modo di fare informazione in Italia? Qualcuno può affermarlo senza ombra di dubbio? O piuttosto è rimasto un evento a sé stante? Un’isola? Un meno male che ci sono almeno loro?

Nel frattempo, però, i 10 milioni di Fiorello (geniale, in questo senso, la trovata di Ezralow: altro che V per vendetta. La maschera della rivoluzione italiana ha la faccia rassicurante di chi fa sempre la stessa cosa) si potranno sentir rassicurati, tutti uguali, e saranno rassicuranti gli uni per gli altri.

Tutto cambia, pare a chi guarda le immagini glitterate. In realtà non cambia nulla. Il che ha una serie di vantaggi incredibili. Perché siccome non cambia nulla, anche quelli che fanno l’altra tv, quelli che stanno nascosti nei meandri della Fortezza, possono star tranquilli e tirare un sospiro di sollievo: «Fiorello ha fatto il botto, ma facendo la solita roba», si diranno dandosi di gomito. «Vuol dire che noi possiamo continuare a tirare a campare». E i giornalisti di spettacolo, a loro volta, possono esaltare lo show giustificati dal consenso popolare, anche se magari si dicono che, insomma, è sempre la solita minestra riscaldata. Ma siccome non sparano a zero sul resto, mica possono dir male di Fiore.

E gli spettatori possono sorridere della loro cura omeopatica e poi tornare a lamentarsi fra un mese, quando i riflettori su #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend si saranno spenti. Senza i grandi eventi che non cambiano nulla, la tv potrà tornare al suo deserto dei Tartari.

E con lei, chi la fa, chi la guarda e chi ne parla.