#ilpiùgrandespettacolodopoilweekend – La critica (im)possibile: se hai Fiorello, devi fare di più
Una recensione a #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend dopo la prima puntata del 14 novembre 2011.
#ilpiùgrandespettacolodopoilweekend – Foto
Certo, uno cerca di scrivere di Fiorello in maniera serena, senza cedere alla necessità di dirne bene perché così è stato deciso urbi et orbi prima ancora che il programma andasse in onda e senza cedere, contemporaneamente, alla vis polemica. Poi però parte Porta a porta che reitera, per filo e per segno, quanto raccontato qui, nella tv in bianco o nero; poi si vede dall’altra parte l’ultima nomination del Grande Fratello; poi si pensa al resto della tivvù e viene l’istinto di scrivere: tutto bellissimo. Bravi. Spettacolare.
E invece no. Respiro profondo e via.
Sull'(im)possibilità di critica, ho già citato nel corso della diretta, il tweet di Guia Soncini (in grande spolvero sul social network): «Puoi dire che ti fa schifo il governo, un libro, un ristorante. se dici che un varietà è brutto, o sei corrotta, o rosichi. amo l’internet». Perché su Twitter il mood era più o meno questo: fan adoranti, addetti ai lavori poco inclini a dire che ci sia qualcosa che non va nello show (lo farebbero, anche se lo pensassero? Chi può dirlo), qualche voce critica e gli altri a dire: «Se non vi piace, guardatevi il Gf». La solita realtà semplificata.
Ma il punto è che non ci si può arrendere alle semplificazioni. Così come non si può essere assuefatti al brutto e quindi vedere il capolavoro quando c’è qualcosa che si eleva appena di una spanna sopra al resto. Dunque, velocemente e senza altri preamboli, visto che, come ha detto lo stesso Fiore con la Riccobono – condivido con entrambi le origini sicule – «Chiù longa è a pinsata, chiù rossa è a minchiata», vi sottopongo il mio parere in merito.
Ariso e Morgano – Fiorello e Baldini
I più e i meno
Studio promosso. Splendido, versatile, da grande show.
Testi perlopiù bocciati. Mosci.
Fiorello promosso perché fa di tutto e di più. Ma ha bisogno di contenuti.
Contenuti: da esame di riparazione, ma solo perché Fiorello funziona più quando improvvisa che quando è scritto; gag vecchie; poche battute veramente buone (il siparietto con la Hunziker, una battuta sulla Santanché in lacrime per le sorti del Governo «è passata dalla plastica all’umido», poche altre perle, troppo diluite). In mano a chiunque altro, questi testi, questi contenuti, franerebbero miseramente.
Clip per le uscite in pubblicità: promosse. Ma non basta lo Youtube-style per innovare.
Interattività: bocciata. Non basta citare Twitter per favorire l’interazione.
Musica: troppa. E scelte opinabili.
Coreografie: è Ezralow. E’ come il teatro di Ronconi: o ti piace quello, o ti piace il minimal. Gusti.
Ospiti: l’interazione col pubblico di vip, che fa un po’ amici a casa, è tipica di Fiorello. E funziona, perché Fiorello sa come fare. Ballandi sfodera la Hunziker. La Riccobono torna con Fiorello, ma gli anni che sono passati non si dicono, anche perché lei è sempre bellissima e si mette in gioco, sebbene per pochi attimi; bravo Sangiorgi a sottoporsi con autoironia – dote rarissima – al finto-provino-x-factor, ma i Negramaro in playback bocciati senza possibilità di esame di riparazione. Giorgia: bene finché non fa Mina. Mina bisognerebbe lasciarla in pace. Un rumor-bufala la voleva ospite, visto che in tv non ci va inutile “omaggiarla”. Così così la gag reiterata sui figli (come dice qualcuno: dopo che fai figli, non fai che parlar di loro).
Novak Djokovic è un grande tennista-intrattenitore, ma la partita a tennis era ridicola.
Fiorello, dicevamo, funziona perché è Fiorello. Perché sa fare bene tutto, e sa farlo meglio della maggior parte degli intrattenitori che passi il convento del piccolo schermo. Ma non è sufficiente. Che gli si diano dei grandi testi e dei grandi monologhi, non testi riciclati dal tour teatrale, per dire (si veda il monologo sul padre e la quindicenne trasgressiva).
In sostanza, sono meglio gli effetti collaterali autogestiti da Fiorello sul web.
#ilpiùgrandespettacolodopoilweekend è un varietà. Anni ’90.
Del resto, in una delle clip con l’imitazione di Lorenza Lei, Fiorello spiega tutto: «Questa è la rete di Don Matteo». Già.
Comunque, domani farà sfracelli. E probabilmente sarà un bene.