Ma dove la trovi una come la Pession? Escort da favola, riabilita la categoria. E infanga il giornalismo d’inchiesta
Il personaggio di Sonia potrebbe avere una rilettura politica
Partire con i peggiori pregiudizi, verso l’ennesima commedia romantica per distrarre il popolo bue. E poi ricredersi, o meglio approcciarsi a una fiction di RaiUno con estrema curiosità cogliendone per la prima volta più chiavi di lettura.
Ma dove la trovi una come me? parrebbe lo specchio del perbenismo della tv di stato, per cui una protagonista non può mai essere una prostituta. Al massimo può averne una come vicina di casa, che però ha un gatto di nome Morbidillo che stempera il tutto.
Così Sonia (Gabriella Pession) si ritrova al centro di una commedia degli equivoci: da aspirante giornalista, che per guadagnarsi da vivere fa servizio a domicilio in una redazione, si ritrova a essere scambiata per una “massaggiatrice speciale” da un pezzo grosso della finanza, che è peraltro su tutti i giornali.
E già qui c’è un certo coraggio da parte della prima rete, nell’affrontare il corto circuito tra giornalismo e potere (memorabile la battuta del Direttore: “Ci sono due modi per avere una notizia, corrompendo e corrompendo”). Sonia è vicina allo scoop del secolo, peccato che per portarlo a casa debba “sacrificarsi” nel diventare accompagnatrice di Matteo Conti (Daniele Pecci).
Dove la trovi una come me? Pession superhot
La Pession? Un’escort con lode.
Il messaggio che lancia è “il più antico del mondo”: per una donna qualunque basta mettersi mezza nuda per avere Montecarlo ai suoi piedi, un museo aperto per lei nel cuore della donna e l’aereo privato a completa disposizione. Nel caso di Sonia a contendersela con il finanziere è persino l’editore Giulio Monaco, interpretato da un altro bello della fiction come Giorgio Lupano (peraltro vengono tutti dalla scuola fotoromanzesca di Orgoglio).
Il punto di Ma dove la trovi una come me? è questo: come di rado accade ogni personaggio è azzeccato per la sua parte e la stessa sceneggiatura, seppur con tocco leggero, si sforza di ancorarsi alla realtà grazie alla presenza pervasiva dei mass media: sullo sfondo c’è sempre una fuga di notizie o un collegamento alla Rete che fa sviluppare la trama.
Il vero motore della storia, dopo anni di fiction e di storie corali al cinema, è la Pession, che si rivela protagonista a tutto tondo dalla godibilissima interpretazione. Più Holly Golightly e My Fair Lady, che Pretty Woman, la sua semplicità disarma proiettando il suo personaggio in una dimensione favolistica. Con lei la donna, da preda apparentemente facile, torna a farsi desiderare con grazia e decoro.
Il finanziere che va a puttane? Un gentleman
Peccato che qui si stia raccontando la favola di una escort, che pur non essendo tale viene così percepita e raccontata. Il rischio finale? Che il pubblico, alla fine, riabiliti il ruolo anche nella realtà, migliorando la reputazione di chi – come Pecci – a puttane ci va, ma con il fascino di Gregory Peck.
Hanno ripescato, insomma, dei modelli alti per riabilitare le cronache attuali, con tutte le derive politiche del caso? Come vi avevamo già segnalato la conferenza stampa della fiction è stata misteriosamente annullata, forse per annullare le prevedibili domande scomode dei giornalisti.
E’ un vero peccato: per una volta che su RaiUno va in onda un prodotto scacciapensieri e ben fatto ti viene il sospetto che possa essere strumentalizzato. E di sentirti “plagiato” tu stesso nel pensare: “Se le escort fossero tutte come Sonia sarebbero quasi meglio di una fidanzata”.
“La vera puttana”? La Guzzanti
Alla fine della fiera qui la Pession pronuncia espressamente la parola “puttana” una volta sola, rinfacciandola alla migliore amica cronista interpretata da Caterina Guzzanti (che nella sua carriera è stata tutto fuorché berlusconiana). E’ quest’ultima – insieme al suo Direttore – a istigarla a finire tra le braccia di Pecci per farsi assumere in redazione.
Della serie, le vere escort sono i giornalisti d’assalto, che ti costringono a farti palpare il sedere per portarti a casa lo scoop. Non quelle vere, che poi magari si innamorano sul serio dell’uomo di potere. Questo lo schema dei brutti e cattivi messo in scena per le famiglie di RaiUno.