Elisabetta Canalis e il sindacato delle veline
Tormentate da Vallettopoli, assediate dai commenti e dai desideri di mezza Italia – come dar torto a noi poveri uomini sottoposti a simili stimoli di natura sessuale, così espliciti – che trapassano schermi e studi e giungono dritti al punto, vittime di interviste maliziose, di pregiudizi – fondati o meno -, della loro stessa avvenenza
Tormentate da Vallettopoli, assediate dai commenti e dai desideri di mezza Italia – come dar torto a noi poveri uomini sottoposti a simili stimoli di natura sessuale, così espliciti – che trapassano schermi e studi e giungono dritti al punto, vittime di interviste maliziose, di pregiudizi – fondati o meno -, della loro stessa avvenenza che le ha rese oggetti nell’oggetto catodico, le vallette, le veline, tutte quelle figure femminili che in tv finiscono per -ine, dovranno pur pensare al riscatto.
E’ questo ragionamento, forse, che ha dato vita a un’iniziativa di Elisabetta Canalis, di cui parla Dagospia e che ci segnala un lettore (kaos): sì, perché un conto sono le vallette, un conto son le veline, deve aver pensato Elisabetta.
Così, perché non mettersi a capo di un sindacato delle veline?
L’idea ha del naif, anche se la nostra Elisabetta si dice
stufa di certi giornalisti ‘ignoranti’ che non sanno la differenza tra veline e imitazioni
e potrebbe attuare un boicottaggio che avrebbe del delizioso, diciamolo pure: niente più interviste a Vanity Fair. Idea che non riesco a trovare negativa, anzi.
Riuscite a immaginare le conseguenze? Io sì, e visto che la cosa mi sa tanto di boutade estive, mi siedo sulla riva del fiume e assisto agli esiti di questa polemica. Precisando che se Elisabetta, le sue colleghe e il suo sindacato volessero un posto per esprimere senza censure né pregiudizi il loro pensiero, be’, TvBlog è qui per questo.
Update serio (di questi tempi pare che ce ne sia bisogno): Elisabetta Canalis, come attentamente rilevato da nostri commentatori, ha già fatto sapere di essere estranea all’idea del sindacato delle Veline. C’è sempre la necessità di puntualizzare o di chiamarsi fuori. Il nostro invito a dar voce alle veline per come sono veramente, invece, rimane validissimo.