Lunedì riprende Striscia la Notizia. Ricci: “Drive In non rappresenta la nascita del berlusconismo, Silvio non voleva neppure farlo”
Antonio Ricci, papà di Striscia la Notizia difende la sua creatura “Drive In” dagli attacchi di aver creato un certo tipo di televisione
Riparte Striscia La Notizia. Lunedì 26 settembre 2011 alle 20:35 circa su Canale 5 Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti saranno nuovamente sul bancone della 24esima edizione del tg satirico di Antonio Ricci. E le veline? In conferenza stampa, che si è svolta nella prestigiosa location del Museo del Novecento presso Piazza Duomo a Milano il patron di Striscia non ha sciolto la riserva. “Se sabato troveremo in edicola ancora il settimanale ‘D’ e ‘Velvet’ che utilizzano la donna come attaccapanni, dovremo riconfermare per il quarto anno anche le nostre veline (Federica Nargi e Costanza Caracciolo ndr) che rappresentano per noi la parodia del varietà“.
La presentazione è stata aperta dal conduttore storico Ezio Greggio che ha definito il suo ritorno con Enzo Iacchetti da 18 anni a questa parte a Striscia come “il primo giorno di scuola“. “Da 24 anni sono a fianco di Antonio“, ha aggiunto “Ci rivedremo sicuramente per altri 24, credo che la storia di questo programma sarà molto lunga“.
Quando si parla di Antonio Ricci nulla è lasciato al caso, anche l’inusuale location utilizzata per presentare questa edizione: “Abbiamo scelto apposta questa sala perchè con una manovra venire in questo luogo con i tagli di Fontana sembrava proprio una chicca“. E poi le veline, l’argomento principe degli ultimi periodi, talmente interessante da richiamare anche giornalisti francesi per capire meglio il fenomeno e le polemiche che genera. Ricci ha scherzato: “Il fenomeno delle Veline ha incrementato il turismo“, spiegando poi l’imbarazzo ogni volta da parte della produzione di dover spiegare agli stranieri che le ragazze che sgambettano sul bancone pù famoso d’Italia fanno solo quello (telepromozione a parte) e non appaiono nude come si potrebbe presumere da certi attacchi dei media. “Nessuno ha mai accusato Moliere di aver inventato l’avarizia nè Saviano di averlo fatto con la Camorra“. E allora come nascono?
Ricci ha ribadito che la genesi è francese anche se lui ne ha preso spunto da Pippo Baudo a Sanremo con la bionda e la bruna, di risposta a sua volta, alle copertine dei settimanali “L’Espresso” e “Panorama” che a fine anni ’80 erano caratterizzate da donne discinte in bella vista.
Se Massimo Bernardini di Tv Talk (protagonista da sempre di irresistibili siparietti proprio con Ricci durante la conferenze stampa) fa notare al papà di Striscia che parla come Berlusconi quando afferma che la tv italiana non è come viene raccontata fuori dall’Italia ma è colpa dei media nostrani, Ricci risponde “Può darsi che una volta su vent’anni Silvio possa anche aver ragione.” In merito invece alla querela rivolta a Gad Lerner che il papà del Gabibbo definisce “povero Gad perchè anche il padre l’ha querelato“, ha ribadito che l’eventuale vittoria in Tribunale sarà devoluta in beneficenza.
La ventiquattresima edizione di Striscia ha come sottotitolo La voce della contingenza (“E’ frutto di una joint venture tra l’Università Bocconi, il Corriere della Sera e Telecom Italia Media“) ha ironizzato. Tra le novità, un’attenzione maggiore al volontariato e un nuovo personaggio di Dario Ballantini, il segretario del Pdl Angelino Alfano. “La televisione per me è come Uno Pneumatico” e “Chiunque faccia tv di fatto si prostituisce perchè vende“.
Infine sul Drive In, accusato da molti di essere emblema del berlusconismo:
“Non era una trasmissione berlusconiana. C’è un libro che si basa su analisi false e sbagliate. Bastava leggere Tv Sorrisi e Canzoni di quegli anni. […] Berlusconi aveva l’idea di una tv che avesse Mike Bongiorno, Corrado, Vianello-Mondaini, Gino Bramieri, Ric e Gian, Edwige Fenech, Ornella Muti e Johnny Dorelli, non gli interessavano giovani e sconosciuti comici. Quando proposi il Drive In, io ero l’unico credibile venendo da Fantastico, il gruppo era privo di notorietà e lui era contrario. Ci collocò su Italia 1. Andò talmente bene che successivamente prese il regista del Drive In, le due soubrette Carmen Russo e Cristina Moffa, Massimo Boldi e Gigi e Andrea e a questi unì Alain Delon, Ornella Muti, Paolo Villaggio e altri ospiti costruendo “Grand Hotel” un ‘drive in’ di lusso per Canale 5. Nonostante le controprogrammazioni anche da parte dell’ammiraglia – ci misero contro la fiction della Loren Mamma Lucia – Drive In è andato avanti con successo per 5 anni”.
Da qui la chiosa finale a chi lo definisce ideatore del Berlusconismo:
“Trovo più berlusconiano il fatto di esaltare Berlusconi dicendo di aver avuto delle idee diaboliche per forgiare le giovani menti e che io sia una specie di Goebbels dell’epoca”.