Rai, Gubitosi: “Abbiamo contratti con volti noti da rispettare, ma La vita in diretta cambierà”
Nuova intervista per il direttore generale di Viale Mazzini che torna a parlare del futuro de La storia siamo noi e di Benigni
Nuova intervista per Luigi Gubitosi che di fronte alla stampa proprio non si tira indietro. Il direttore generale della Rai a Il Corriere della Sera ha parlato anche de La vita in diretta e del ritorno in Rai di Roberto Benigni, oltre che ribadire il suo punto di vista su alcune questioni. Ad esempio sul caso La storia siamo noi:
Si continua a confondere il destino di un progetto editoriale con un singolo uomo. La Storia è sempre stata presente nei palinsesti Rai e continuerà ad esserlo, anche di più. Il direttore di Rai Storia sta mettendo a punto il progetto. (…) Credo che per la Rai sia il momento di dire qualche no rispetto a quando diceva troppi sì. È un problema di valori.
Interrogato sugli esposti presentati da Renato Brunetta (Pdl) su stipendi d’oro e sul pluralismo, Gubitosi ha preferito rimandare le risposte alla prossima riunione della Commissione di Vigilanza confermando però che “tutta la Rai è impegnata a far rispettare il pluralismo. Non è solo uno slogan, ma un ferreo impegno quotidiano”.
Quindi, dopo aver rammentato che oggi “sarà l’ultimo giorno di lavoro per circa 430 dipendenti che vanno in pensione”, che “a fine 2013 saranno circa 600” per “un risparmio di 60-70 mln nell’arco di piano” e aver confermato che saranno assunti 75 giovani giornalisti e 200 giovani con contratto di apprendistato, il d.g. ha commentato i palinsesti della Rai per l’autunno 2013 nei quali le novità non sono all’ordine del giorno. Basti pensare alla Venier a Domenica In e alla Perego a La vita in diretta:
La Rai vive un processo evolutivo in cui ogni palinsesto deve essere migliore del vecchio e peggiore del futuro. Abbiamo contratti con volti noti da rispettare ma forme e contenuti cambiano. De La vita in diretta resta solo il nome: autori, conduttore, capostruttura di riferimenti, contenuti sono cambiati. Già da quest’estate sperimenteremo format nuovi e molti volti: Nicola Porro, Concita De Gregorio, Annalisa Bruchi, David Parenzo, Antonio Polito. Qualcosa andrà bene, qualcosa magari meno. Ma se non si sperimenta si resta fermi. Come vedrete prossimamente i dati Qualitel, che misurano la qualità registrata dal pubblico, ci stanno dando ragione e premiano la Rai più della concorrenza.
Due considerazioni: a quali contratti da rispettare si riferisce Gubitosi? Quello della Venier non comprendeva solo La vita in diretta? E lady Presta era già sotto contratto con la Rai? Inoltre, l’annuncio del d.g fa pensare che nel pomeriggio di Rai1 non ci sarà più spazio per gossip e cronaca nera che nelle scorse stagioni hanno invece dominato La vita in diretta, spesso in modo imbarazzante. La domanda è: quanto durerà e quanto questo mossa pagherà in termini di share?
Per chiudere torniamo alle parole di Gubitosi, il quale sul ritorno di Benigni su Rai1 a dicembre con uno show dedicato ai Dieci comandamenti, nonostante il flop della Divina Commedia su Rai2, ha detto:
Per la Rai gli ascolti non possono essere l’unica discriminante. Ricordo che Benigni ha avuto in totale quasi il 50% degli ascolti su Rai1 ed è stato ripagato dalla pubblicità. Come servizio pubblico siamo chiamati ad affrontare grandi temi collettivi: cultura, legalità, storia nazionale, criminalità organizzata. Per esempio con la fiction su Ambrosoli, che stiamo girando, racconteremo un eroe contemporaneo.