Butta(teli)fuori… dalla tv!
E ‘arrivato il momento di piantarla. Con le manfrine dei linguaggi sperimentali, la metafora della commedia umana e l’insulsa inconsistenza spacciata per surrealità a regola d’arte. Tutto questo è Buttafuori, l’ennesimo buco nell’acqua targato Rai per emulare le imprese Mediaset. Ci hanno tenuto a specificare fin dall’inizio (giusto per scongiurare l’aria di flop di Cotti
E ‘arrivato il momento di piantarla. Con le manfrine dei linguaggi sperimentali, la metafora della commedia umana e l’insulsa inconsistenza spacciata per surrealità a regola d’arte. Tutto questo è Buttafuori, l’ennesimo buco nell’acqua targato Rai per emulare le imprese Mediaset. Ci hanno tenuto a specificare fin dall’inizio (giusto per scongiurare l’aria di flop di Cotti e Mangiati a cui sono decisamente condannati) che non si tratta di una sitcom vera e propria, bensì di mini-racconti con la fumettistica pretesa di rappresentare la filosofia da discoteca.
E con quella, lo sguardo disincantato di chi ne ha viste tante, da fuori.
Peccato che a stare fuori di testa è chi ha concepito un progetto senza nè capo nè coda, che si nasconde ancora una volta dietro l’alibi dello sketch per mascherare la povertà dei contenuti.
Protagonisti due attori ai margini dei giri che contano come i loro personaggi, buttafuori stralunati e romanacci esasperati: Valerio Mastandrea, di cui non mi è mai stato chiaro se è uno di nicchia o proprio sfigato, e Marco Giallini, apprezzabile volto del grande schermo condannato a piccole parti eppure dotato di grande presenza scenica (ha provato a rilanciarsi in tv, ma svalutandosi in un progetto usa e getta come Grandi Domani).
Vi diamo la prova lampante del basso livello (che è diverso dal basso profilo) di Buttafuori, proponendovi l’insensato dialogo di una scenetta – andata in onda stasera alle 20.30 su Raitre – che sa di sacrilego:
Giallini: Non faccio entrare nessuno, neanche Madre Teresa se me rimbalza…
Mastandrea: Veramente questo è un po’ difficile.
Giallini: Perchè?
Mastandrea: Perchè ci ha lasciato.
Giallini: E quando è successo?
Mastandrea: Sono due anni, ormai.
Giallini: Che botta!!! Ho bisogno di stare solo.
Mastandrea: Se è per questo, ci ha lasciato anche Sandro Pertini.
Giallini: No, anche questo è troppo. Ho bisogno di staccare, vado a parlarne col capo.
In certi casi sarebbe meglio un po’ di sana finzione piuttosto che di becera e sconclusionata tv-vacuità…