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Tg1 – L’editoriale di Minzolini del 9 settembre 2011

Ricominciano gli editoriali del direttore del Tg1. Ecco quello del 9 settembre 2011

pubblicato 10 Settembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 03:47


Tg1 – Nemmeno il tempo di archiviare l’estate e ci risiamo: Augusto Minzolini ritorna con un editoriale dei suoi. Un editoriale che prosegue sulla linea di quelli già abbondantemente visti, ascoltati, raccontati, trascritti in passato. Si parla, naturalmente, della manovra anticrisi.

Ma non è che la si racconti, no. Minzolini spiega che la manovra è stata approvata al Senato (che l’approvazione sia avvenuta con voto di fiducia, be’, poco importa, visto che il direttore del Tg1 non lo ricorda) e sarà approvata anche alla Camera. Dice che ha avuto il plauso di Napolitano e dell’UE e dell’OCSE (tranne il tedesco. Ah. Il nemico tedesco che ritorna. Ma si sa, il tedesco da sempre è contro la solidarietà europea, dice Minzolini. Cosa c’entri, la solidarietà europea con questa manovra, non si sa). E poi individua il nemico nell’opposizione che ha detto no in Parlamento oppure è scesa in piazza con la CGIL. Invece di dare un senso a parole come responsabilità o coesione nazionale. Non solo: l’opposizione osa anche chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi

Il riassunto era necessario. Il video lo trovate, naturalmente, sul sito ufficiale del Tg1: l’editoriale è andato in onda ieri, 9 settembre 2011, nell’edizione delle 20. Il riassunto era necessario, dicevo, perché rende più facile spiegare che sì, sembrerà un pezzo politico, questo. Ma in realtà nell’editoriale di Minzolini c’è la perfetta narrativa televisiva semplificata e binaria: ci sono i buoni (il Governo e Berlusconi) gli aiutanti (Napolitano – il mentore, il vecchio saggio, l’auctoritas – e l’Europa – il mitologico organismo super partes -, anche se fra di loro c’è qualche testa calda – i crucchi, mannaggia a loro), e i cattivi, quelli che minacciano l’Italia (le opposizioni e tutti gli altri). Altro che editoriale: 2’02” di fiction con trasposizione sintetica della mitologia del viaggio dell’eroe, punto di riferimento per tutti coloro che vogliono raccontare una storia che colpisca.

Ma concedetemi un’altra considerazione. Un editoriale dovrebbe in qualche modo individuare – se non scritto da un indipendente rispetto alla testata o se non diversamente specificato – la linea culturale della testata stessa, giusto? Ebbene. La domanda che sorge spontanea è: per quale motivo, il principale Tg del servizio pubblico italiano dovrebbe avere, come linea politica, l’approvazione indefessa di qualunque atto del Governo e la condanna di chiunque gli si opponga? Non è chiaro.

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