Harlem contro Manhattan
Se vi andrà, vorremmo inaugurare, nella nostra sezione Amarcord una serie di riferimenti a vecchi telefilm e serie tv che hanno fatto la storia della nostra tv. Saremmo lieti di ricevere vostre segnalazioni o richieste: di quali telefilm vorreste leggere su tvblog? Scriveteci senza paura. Noi cominciamo così, con una serie vista proprio questa mattina
Se vi andrà, vorremmo inaugurare, nella nostra sezione Amarcord una serie di riferimenti a vecchi telefilm e serie tv che hanno fatto la storia della nostra tv. Saremmo lieti di ricevere vostre segnalazioni o richieste: di quali telefilm vorreste leggere su tvblog? Scriveteci senza paura. Noi cominciamo così, con una serie vista proprio questa mattina in due suoi episodi. Uno, decisamente storico.
Sono ormai anni che Italia1 campa sulle repliche ripetute di certe serie americane. Una di queste, che ha segnato l’infanzia di almeno un paio di generazioni, è Diff’rent Strokes, tradotta in italiano come Harlem contro Manhattan, poi come Il mio amico Arnold, infine come Arnold. 189 episodi per 8 stagioni, le prime sette sulla NBC, l’ultima sulla ABC, dal 1978 al 1986.
La serie ebbe un grosso successo, al punto che ospità alcune guest star degne di nota. Nella puntata andata in onda questa mattina su Italia1, faceva la sua comparsa nientemeno che Nancy Reagan, che si esibiva in una telefonata con il marito – non in scena – costringendolo a dirle “Ti amo” di fronte all’ambasciatore russo, e poi in un pistolotto moralista sull’uso delle droghe. La serie, pur intrisa di moralismo made in U.S.A., rappresentava comunque un tentativo di sostenere l’integrazione fra due realtà estremamente diverse. Persino da alcune battute si poteva leggere fra le righe un minimo di coscienza politica trasversale:
Lisa (compagna di classe di Arnold): “Il mio nome è Lisa e sono repubblicana”
Nancy Reagan: “Grazie, Lisa, ma penso che anche i democratici la pensino come te”.
Curiosi i destini di alcuni fra i suoi protagonisti. Gary Coleman (Arnold) diede la voce a un cartoon basato su se stesso (Gary Coleman Show) e, affetto da una malattia chiamata lupus nephritis, forma di nanismo che ti mantiene sempre con l’aspetto di un decenne, sarebbe rimasto congelato nei panni di quell’Arnold che gli diede la fama da bambino. Vittima di una serie di vicissitudini devastanti – ben riassunte su Carmilla -, Gary Coleman è arrivato al capolinea del destino di tutti gli attori americani che hanno saputo conciliare la propria sfiga e la politica (ironia della sorte, come il caro vecchio Regan): si è candidato. Come governatore della California, surclassato dall’altro attore – meno sfigato, va detto – che, guarda caso, si chiama Arnold. Schwarzenegger. Strano il destino, eh?
Ma l’ironia della sorte è stata crudele con almeno altri due protagonisti di questa serie.
Dana Plato, che interpretava Kimberly, è morta l’8 maggio del 1999 di overdose, probabilmente suicida. Aveva solamente 35 anni: era stata licenziata dalla produzione dopo essere rimasta incinta del rocker Lenny Lambert. Verrà riassunta, ma la serie chiuderà poco dopo. La madre di Dana muore di leucemia, l’attrice si lascia trascinare nel vortice dei filmacci low budget (su tutti, Kiss, una sorta di lesbo-erotico vietato ai minori), posa nuda per playboy ma riesce a essere sfigata anche lì: pensate un po’ che succede – e lo vedete dalla copertina -: nonostante un servizio dedicato di cinque pagine cinque (non riesco a trovare immagini certificate che provengano da quel servizio, anche se foto più o meno sexy di Dana si trovano ovunque), la sua performance viene oscurata dalla centerfold, la Playmate dell’anno. E come si chiama, questa benedetta playmate? Kimberly! A voler essere precisi, si chiama Kimberly Conrad, e Conrad era il cognome dell’attore che, in Diff’rent Strokes, recitava nel ruolo del buon padre di famiglia, il signor Drummond. Ammettiamolo: queste convergenze di situazioni e nomi sono ai limiti del credibile.
Arrestata per furto, appare ancora in copertina di una rivista “poco casta”, il mensile di orientamento lesbo “Girlfriend”. Infine, il suicidio, dopo una drammatica intervista radiofonica. In tutto ciò, trovò il tempo per recitare in una serie abbastanza considerevole di film – sempre B-movie – e per diventare la prima attrice a far parte di un videogame. Si trattava di Night Trap, 1992, SEGA. Ovviamente per adulti, ovviamente censurato e bollato dalla critica, ovviamente oggi considerato un titolo pionieristico.
Todd Bridges, il fratello di colore di Arnold, Willis Jackson, conduce una vita non meno dissoluta: diventa miliardario, poi comincia a avere problemi con la giustizia, viene più volte incriminato per traffico d’armi e di stupefacenti, poi diventa il conduttore di una trasmissione televisiva evangelico-cristiana, sulla rete TBN, Trinity Broadcast Network, infine partecipa a Skating with Celebrities, un reality. La fine più decorosa che sia concessa oggi a un attore di medio-bassa importanza. Del resto, è stato eliminato nel secondo episodio. Poi ha sconfitto Vanilla Ice in Celebrity Boxing, altro show della Fox in cui due famosi si prendono letteralmente a pugni.
Decisamente più fortunata la prima tata di casa Drummond: Charlotte Rae, nei panni di Edna Garret, lasciò Arnold e compagnia dopo la prima stagione per divenire la protagonista dello spin off The Facts Of Life, tradotto in italiano come L’albero delle mele. La serie durò dal 1979 fino al 1988.