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Flavio Insinna imperversa in tv (in replica), ma vuole allontanarsi per un po’

Flavio Insinna è provato dalla morte del padre, avvenuta nel maggio scorso. Sta scrivendo un libro e dice di non sapere quando ritornerà in tv

pubblicato 23 Agosto 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 04:13


Flavio Insinna impazza in tv, tra una replica e l’altra. Il suo Ho sposato uno sbirro 2 vince spesso le serate estive, nonostante si tratti di una riproposizione, e Don Matteo piace al pubblico pomeridiano anche se è all’ennesimo passaggio televisivo. Inoltre, poche settimane fa è stata replicata pure la sit-com Cotti e mangiati. Eppure lui, in questo momento, non ci pensa, ha la testa altrove e lo racconta senza maschere e pudore a Sorrisi. Ma prima, commenta con simpatia proprio questa sua sovraesposizione, dicendo di non essere assolutamente infastidito (come lo è stato invece recentemente Beppe Fiorello):

Certo, da un lato c’è la paura che la gente ti possa odiare. Il pubblico non è tenuto a sapere con che criteri vengono fatti i palinsesti e qualcuno potrebbe pensare che sei tu a chiedere di andare in onda in continuazione. D’altra parte, però, c’è la soddisfazione di vedere il tuo lavoro che resiste agli anni. […] Per lo Sbirro, è una soddisfazione tutta mia personale, la dimostrazione che se lavori bene i risultati pagano.

Ma non sempre è stato soddisfatto di essere in onda con tanti programmi diversi contemporaneamente:

Quello che può darmi fastidio non è l’essere replicato in estate, ma ritrovarmi, come è successo, contemporaneamente in onda su Raiuno con il film Eroi per caso e con La Corrida su Canale5. Lì sì che la gente può pensare che sei matto.


Sul suo futuro, però, c’è grande incertezza. Lui dice di non sapersi decidere, di avere in mano delle belle occasioni – sia per quanto riguarda la fiction che un ritorno a La Corrida -, ma di non sapere se essere in grado o meno di portarle avanti a causa del lutto che l’ha colpito nel maggio scorso e che l’ha annientato psicologicamente.

Dal maggio scorso, quando ho perso mio padre, non ho la testa né la voglia di far ridere. O, semplicemente, di fare il mio mestiere. […] Ho iniziato a scrivere un libro. Non sono uno scrittore. Diciamo che era una cosa che stava lì da tempo, se ne era già parlato con alcune case editrici ma non si era mai concretizzata. Poi, un giorno, accade che la vita ti si rivolta contro e ti ritrovi a pensare. E a scrivere.

Il motivo per cui ha deciso di scrivere questo libro è tanto nobile quanto triste: cercare disperatamente di fermare il tempo a prima della morte del padre. Ma non si tratta di un’autobiografia, precisa:

Ci sto anch’io, c’è il mio lavoro. Ma sempre in riferimento a mio padre, alla voglia di affermare la vita

Il libro riempie la sua vita, dice, le sue giornate nelle quali esce di rado. Ma nonostante il momento duro che sta vivendo, trova la forza di ironizzare sull’uscita natalizia del volume:

Diciamo che ho risolto il problema del regalo a chi mi sta antipatico!

Repliche a parte, quindi, non si sa se e quando lo rivedremo ancora in onda. Forse a Natale per la promozione del libro?

Flavio Insinna