Miss Italia 2011 – Pudore, moralità e cultura
Un recupero dei “valori” da parte di Miss Italia. Ma è una svolta realistica e credibile?
Miss Italia 2011 scopre il pudore, la moralità, la cultura. Dopo il piccolo scandalo di ieri (Alice Bellotto nuda sul web e quindi esclusa, ed era proprio seno al vento, checché ne dicano altri. D’altro canto, letto attentamente il regolamento, qualunque polemica appare sterile: è effettivamente un punto definito fra i requisiti per l’ammissione al concorso, quello di non aver mai posato nuda o in pose sconvenienti. Viene piuttosto da chiedersi come abbiano fatto, gli organizzatori, a non accorgersene prima, visto che le immagini si trovano con facilità), ci pensa la Repubblica, oggi, a tracciare il nuovo ritratto della Miss ideale secondo Patrizia Mirigliani.
Abbiamo già detto che la Mirigliani vuole semplicità. Ma non solo: pare che ci sia anche un vero e proprio ostracismo nei confronti di coloro che abbiano fatto ricorso alla chirurgia estetica. Nei confronti dei piercing e persino dei tatuaggi troppo visibili (irripetibile, dunque, una Miss come Francesca Testasecca con tutte quelle decorazioni bene in vista sul corpo).
E poi, le Miss devono leggere (almeno tre libri all’anno, dice Repubblica. Che sforzo, aggiungerei io. E almeno un quotidiano al giorno. Solo i titoli, o proprio tutto?), non devono essere troppo magre (da qui l’apertura, effettivamente auspicabile, alla taglia 44) né avere comportamenti “sconvenienti”. La Mirigliani sogna un vero e proprio ritorno al passato:
In tempi di crisi tutti dobbiamo adeguarci, anche le ragazze del concorso, con un comportamento e un atteggiamento ispirati alla moderazione. Mi piacerebbe che la nuova miss Italia avesse grazia e pudore. Sogno anche un ritorno all’immagine creata da altre miss: Lucia Bosè [nella foto, ndR], Silvana Mangano, Sofia Loren, ragazze belle così com’erano, senza artifici e camuffamenti, non contaminate dalle mode.
Ora. Se in gran parte certe questioni possono anche essere condivisibili – fermo restando che in un concorso di bellezza, ognuno scrive il regolamento che vuole ed è chi partecipa che è tenuto a rispettarlo -, in particolare questo tentativo continuo di evitare il connubio bella-e-stupida, di svincolare il concorso di Miss Italia dal concetto di donna-oggetto (è possibile?), la domanda, di carattere generale, è questa: nell’Italia di oggi, è possibile, è realistica, questa svolta? Ed è possibile che si operi una svolta reale, senza ipocrisia ma anche senza finti moralismi? La risposta ai posteri.