Beppe Fiorello – Gli attori vanno pagati anche in replica! E su Santoro: “Fa i suoi interessi”
L’attore di punta della fiction di RaiUno parla del fratello Fiorello. E si indigna contro la Rai
Un Beppe Fiorello furioso come non l’abbiamo mai “letto”. Manco a dirlo lo sfogo dell’attore sbancaudience, anche come tappabuchi del ciclo di repliche Storia di un italiano, arriva sulle pagine di Vanity Fair. Intervistato da Andrea Scarpa, l’attore di punta della fiction di RaiUno ha deciso di intraprendere una vera e propria campagna anti-sovraesposizione estiva:
“Nei confronti della Rai, presto porterò avanti una battaglia contro le repliche. A noi attori non arriva un euro quando, soprattutto d’estate, i palinsesti vengono fatti con lavori a costo zero per l’azienda. L’interpretazione di un attore deve essere considerata come una prestazione autoriale, e pagata come tale. Su questo punto non mollerò”.
In più, Fiorellino ammette di “indignarsi come cittadino per quello che succede in Rai”. Va fiero di essere rimasto immune, grazie ai grandi ascolti, dai compromessi politici: così è stato in grado di saltare “le telefonate, le cene nei salotti, le terrazze”. L’attore va a parlare di persona dei suoi progetti con i responsabili di RaiFiction, che si sono sempre fidati di lui. Su quello che passano i giornalisti dell’approfondimento politico, invece, fa un opportuno distinguo:
“Nello specifico, mi dispiace per la Gabanelli, che stimo perché lavora bene, per gli altri, e non si lamenta mai. Molto meno per Santoro, che pensa solo ai suoi interessi ed è anche lagnoso. Bisogna avere più rispetto per il pubblico. Deve averne chi gestisce la tv, ma anche chi la fa”.
Tra i sogni professionali dell’attore, ce ne sono due agli antipodi. Il primo è quello di una fiction sulla vita di Domenico Modugno, proposta che ha già inoltrato alla Rai perché “nessuno può interpretarlo meglio di lui”. L’altro è decisamente più bizzarro: fare una film con Checco Zalone, per tornare alla sua vera natura, quella di comico.
Quanto al rapporto con l’ingombrante fratello Rosario, Beppe svela il vero segreto del loro speciale rapporto:
“Mai sentita l’esigenza di prendere le distanze da lui. E’ un fratello straordinario a cui la mia famiglia deve tutto. Dopo la morte improvvisa di papà, a soli 58 anni, si è preso cura di tutti noi. Io sono diventato il pesciolino Nemo. Il pescecane ci ha mangiato papà, siamo rimasti soli. E io ho seguito Rosario come Nemo segue il padre dopo la morte della madre. Questo avrei voluto spiegare a tutti ai tempi del Karaoke. L’unica cosa che mi ha fatto davvero incazzare è stato quel pregiudizio paesano sul piccolo Beppe che copiava il grande Rosario. Non facevo il furbo, seguivo solo il mio nuovo papà”.
In più, l’attore non potrà mai dimenticare quando, a Stasera pago io, Fiorello lo presentò come un grande professionista, dicendo che non era lì per motivi di famiglia, perché lo aveva visto a teatro ed era bravo. Per questo Beppe spera di lavorare con lo showman, suo punto di riferimento in ogni scelta lavorativa. Peccato che non gli arrivino mai proposte per il cinema:
“Non mi chiamano. Prima il marchio di ‘fratello di’, poi quello di attore di fiction, hanno creato un pregiudizio molto forte contro di me: sono sicuro che non farò mai un film da protagonista. Dicono che il pubblico cinematografico non riuscirebbe a identificarsi con me. Ringrazio Crialese che se n’è fregato. Per lui ero il migliore per quella parte in Terraferma, e mi ha chiamato. Non tutti i registi fanno così: infatti i film italiani sono pieni di bravi attori nelle parti sbagliate”.
Una cosa è certa: non farebbe mai un cinepanettone. E specifica che sinora non gliel’hanno mai chiesto.