Maurizio Crozza a Ballarò del 4 giugno 2013 (VIDEO)
Il monologo di Maurizio Crozza in apertura di Ballarò.
Come di consueto la puntata di stasera (in diretta su PolisBlog) di Ballarò, il talk show di Rai 3 condotto da Giovanni Floris, è stata aperta dalla copertina satirica di Maurizio Crozza. Il prologo è stato dedicato al governo:
Letta è stato chiarissimo. La legge elettorale va fatta entro 18 mesi, ne va della nostra reputazione. Solo che ho fatto un piccolo controllo. La prima volta che ha detto questa frase era il 29 aprile. Poi l’ha ripetuta a maggio, poi a giugno. Sono passati 2 mesi ma mancano sempre 18 mesi.
Crozza quindi si è rivolto al ministro Maurizio Lupi presente in studio (ma Letta non aveva invitato i membri dell’esecutivo a disertare la tv?) notando come i rapporti con Enrico Letta vadano ultimamente d’accordo:
Prima erano avversari tra di loro. Ora sono sempre avversari, ma nostri.
Il comico ha cambiato tema, introducendo quello del finanziamento pubblico ai partiti che è stato “tolto non da subito, ma dal 2017”, proprio come si fa con un tossico che cerca di smettere togliendogli gradualmente e non bruscamente le dosi. Poi la battuta ‘facile’ sul Pd:
Il Pd sui finanziamenti ai partiti è diviso. Invece sul presidenzialismo… ah, no, anche qui è diviso.
Crozza si è quindi occupato dei processi di Berlusconi e del fastidioso Ghedini prima di rivolgersi inevitabilmente a Giovanni Floris, più volte tirato in ballo negli scorsi giorni da Beppe Grillo:
Giova, come stai? Sei preoccupato? Grillo vuole fare i conti con te. Dopo l’editto bulgaro c’è l’editto siculo.(…) Giova, che male puoi fare tu? Al limite puoi provocare un attacco di sonno. Puoi parcheggiare in seconda fila tu.
Crozza è tornato su Grillo individuando nelle sue parole una leggera incoerenza:
Grillo ha detto che Berlusconi vuole fare il duce, lui che invita a spegnere le telecamere durante i suoi comizi, atteggiamento tipicamente da partigiano.
Infine, l’imitazione di un particolarmente confuso (soprattutto sulla storia di Firenze) Flavio Briatore, che qualche giorno fa ha incontrato Matteo Renzi. E che a proposito dell’ospitata del sindaco toscano da Maria De Filippi dice:
Un uomo che va ad Amici non può credere nei dettami del comunismo come diceva Marx Mara.