Non ditelo a Michele Santoro, che giovedì scorso ha chiuso la stagione di Servizio Pubblico (nelle prossime settimana il giovedì su La7 andranno in onda degli speciali). I parlamentari del Movimento Cinque Stelle hanno ricevuto l’ok di Beppe Grillo e di Gianroberto Casaleggio: potranno prendere parte alle trasmissioni tv. Questo è l’esito dell’incontro di formazione dedicato alla comunicazione che si è tenuto nelle scorse ore nel quartier generale della Casaleggio Associati. Presenti, oltre ai due fondatori del movimento, una decina di eletti, quelli che “finora hanno avuto maggiore visibilità”, come ha spiegato il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio (a destra nella foto) al quotidiano La Repubblica.
Il deputato ha raccontato che “d’ora in poi valuteremo di volta in volta dove andare e chi mandare” ribadendo comunque che “a noi in genere gli esercizi di pugilato dialettico non piacciono”. Così nelle scorse ore il senatore Nicola Morra è stato da Mentana su La7, oggi il collega Roberto Fico (in mezzo nella foto – il nuovo capogruppo?) sarà da Lucia Annunziata su Rai 3, mentre domani toccherà proprio a Di Maio (non è ancora chiaro se a Quinta Colonna o a Piazzapulita, ma il talk di La7 è favorito). A decidere quando e in che modo accettare gli inviti che pioveranno copiosi, soprattutto nel primo periodo, da parte dei programmi tv sarà il gruppo parlamentare.
Dalle parole di Di Maio non è chiarissimo se i grillini accetteranno di partecipare in toto ai talk show (cioè dibatteranno di economia con statisti del calibro di Roberto Speranza e Lara Comi) tanto disprezzati da anni dal grande capo Grillo (Federica Salsi se lo ricorderà) o se si limiteranno a interviste e a faccia a faccia (nel caso fosse così non sarebbe davvero nulla di nuovo).
Di Maio ha spiegato:
Il blog è un termometro formidabile per capire gli impulsi che ci arrivano, la nostra comunicazione sarà orientata a rispondere a quegli input.
Poi ha chiarito il perché dell’apertura ai talk show:
Spesso stiamo rinchiusi per ore a studiare gli atti e poi questa cosa non arriva a casa. Allora è meglio che qualcuno si sganci e si prenda l’onore e l’onere di far sapere cosa facciamo, anche per rispetto degli 8 milioni di italiani che ci hanno votato.
Per dirla meglio: dopo il calo (rispetto alle politiche) di consenso riscontrato dal M5S alle comunali (che in realtà corrisponde ad una crescita rispetto alle corrispondenti elezioni di cinque anni fa) Grillo ha accettato i consigli che molti commentatori del suo blog gli hanno rivolto e che vanno nel senso esattamente contrario a quanto esplicitato dal Premier Letta che ha invitato (con scarso successo finora) a disertare i programmi televisivi; perché quando si è dentro le istituzioni la tv serve molto di più di quando si è fuori dal Palazzo e si fa quasi solamente protesta. Insomma, nel 2013 per fare il botto alle politiche il piccolo schermo non è determinante (grazie alle grandi capacità di Grillo, sia chiaro), ma per mantenere alto il consenso forse lo è.
P.S. Non dite nulla nemmeno a Mastrangeli, cacciato dal M5S per aver partecipato (goffamente e in modo imbarazzante) ai talk show.