The Kennedys, la miniserie controversa (ma poco appassionante) su History da domani
Arriva su History “The Kennedys”, la miniserie su una delle famiglie discusse d’America, dal creatore di 24, con Greg Kinnear e Katie Holmes
Dopo le polemiche ottenute in America, arriva in Italia “The Kennedys”, la miniserie in otto puntate su una delle famiglie più discusse degli Stati Uniti. L’appuntamento è su History (canale 407 di Sky) da domani alle 21, con due episodi a settimana (subito dopo, alle 23, andranno in onda dei documentari dedicati alla famiglia Kennedy).
Un progetto ambizioso, quello che si è apprestato ad affrontare Joel Surnow, creatore di “24”, che ha voluto portare in tv con la collaborazione di Stephen Kronish la storia di una famiglia tra luci ed ombre, fatta di momenti di gloria ma anche di molti attimi di paura e segreti inconfessabili. “The Kennedys” cerca di andare oltre il racconto della presidenza di John Fitzgerald Kennedy (interpretato da Greg Kinnear, candidato al premio Oscar per “Qualcosa è cambiato”), raccontando gli anni più importanti (e difficili) della sua famiglia e del suo mandato, conclusosi in tragedia con l’assassinio del Presidente nel 1963.
Si parte dalle elezioni del 1960, alle quali Jack corre supportato dal fratello Bobby (Barry Pepper, “Salvate il soldato Ryan”), giovane determinato ed ambizioso, la cui sorte in politica sarà altamente influenzata dal padre Joe (Tom Wilkinson, “Full Monty”). Il rapporto dei due fratelli col padre è uno dei temi portanti della miniserie, e ci mostra come la volontà di Joe nell’affermare la propria famiglia tra le più potenti d’America abbia avuto degli effetti sia su Jack (che si dovette candidare dopo la morte del fratello Joe, su cui la famiglia inizialmente puntava) che su Bobby e sulle loro famiglie.
The Kennedys
La miniserie presenta, ovviamente, anche le figure femminili che hanno passato questi anni accanto ai protagonisti: con Joe c’era Rose (Diana Hardcastle), donna fedele tanto al marito fedifrago quanto alla religione; con Bobby c’era Ethel (Kristin Booth), che gli donerà ben undici figli; mentre accanto al Presidente c’era Jackie (Katie Holmes, “Dawson’s Creek”), fotografa che s’innamora subito di Jack ma che, come Rose con Joe, dovrà sopportarne il carattere da dongiovanni (vedremo anche Marilyn Monroe, interpreta da Charlotte Sullivan, coinvolta in una presunta relazione col Presidente).
Alle vicende politiche che hanno fatto la storia americana (e che vengono affrontate una per puntata, dalla Baia dei Porci, alla crisi dei missili di Cuba, passando per la lotta di Kennedy a favore dei diritti civili, assumendo per primo un uomo di colore nei suoi uffici), si susseguono quelle della famiglia. Qui, a tessere le fila in una prima parte della serie è il padre Joe: è lui che vuole che Jack diventi Presidente -percorso nel quale non farà mancare qualche colpo basso, ed anche alcuni relazioni pericolose con dei criminali-, è lui che convince Jackie a restare al suo fianco nonostante i tradimenti, consapevole che la sua figura avrebbe potuto solo giovare alla Presidenza, è lui che fa cambiare idea a Bobby, deciso a lasciare la politica dopo la campagna elettorale.
Quello che ne viene fuori è un ritratto di famiglia poco edulcorato, concentrato sulle volontà di conquista da parte degli uomini e la rassegnazione delle donne di fronte ad una realtà che le tiene prigioniere del loro ruolo. Sorrisi stretti, appuntamenti da non perdere ed anche l’uso eccessivo di farmaci (Jack aveva problemi alla schiena, causati in parte da un incidente avuto in guerra), tanto da rischiarne la dipendenza: tutto questo è “The Kenendys”.
Non c’è da stupirsi se History Channel, in America, non abbia voluto trasmettere la serie: Surnow (conservatore dichiarato, ma che ha sempre garantito la massima oggettività nel racconto della storia) ci è andato pesante, senza usare mezzi termini quando c’era da svelare un aspetto dei Kennedy che ne avrebbe danneggiato l’opinione tra le gente. Il canale, come motivazione ufficiale, ha detto che non avrebbe trasmesso lo show perchè poco attendibile alla realtà e molto drammatizzato. A trasmettere la serie, poi, è stata Reelz Channel, che ha colto l’occasione al volo, mentre all’estero lo show è stato trasmesso senza problemi (da noi andrà in onda, in autunno, su La 7).
Ma andando oltre l’aspetto storico della serie, quello che resta è poco. In “The Kennedys” non c’è la passione delle storie che hanno reso importanti personaggi del calibro di JFK, manca quella capacità di avvicinare i protagonisti al pubblico e di farli sentire più umani e meno eroi.
Tuttavia, se le prime puntate sembrano solo un rapido racconto dei fatti, a cui poco interessa soffermarsi sulla tensione provata dai protagonisti di fronte ad un impegno così importante come la Presidenza degli Stati Uniti, gli episodi successivi regalano qualche emozione in più, grazie ad una maggiore attenzione agli aspetti privati della famiglia, la quale, però, ne esce comunque molto fredda e troppo ambiziosa.
“The Kennedys” è una serie riuscita a metà: ottime, come da sempre ci hanno abituato le serie storiche americane, le ricostruzioni scenografiche ed i costumi e valide le interpretazioni. Ma in quanto a dialoghi e coinvolgimento, i Kennedy “reali” si sarebbero meritati di più.