Polemica su “Non è mai troppo tardi”. E Donelli prova a replicare
Ha suscitato molte polemiche, in questi giorni, il nuovo programma di Canale5 che dovrebbe rispondere al nome di Non è mai troppo tardi.Sei un insegnante precario della scuola? Sei disoccupato? Vuoi rimetterti in gioco e fare qualcosa di diverso? Contattaci, puoi vincere dieci anni di stipendio.Questo il testo del casting per partecipare al programma, in
Ha suscitato molte polemiche, in questi giorni, il nuovo programma di Canale5 che dovrebbe rispondere al nome di Non è mai troppo tardi.
Sei un insegnante precario della scuola? Sei disoccupato? Vuoi rimetterti in gioco e fare qualcosa di diverso? Contattaci, puoi vincere dieci anni di stipendio.
Questo il testo del casting per partecipare al programma, in cui insegnanti precari dovrebbero fare il loro lavoro in tv, con vip come studenti. Il premio? 150 mila euro. Dieci anni di stipendio.
La polemica? C’è davvero bisogno di spiegarla? Dovrebbe già essere chiara. Perlomeno, a qualunque precario.
Scatenata la bagarre sul web, ripresa anche dal Corriere, arrivano anche le risposte del direttore di Canale5, Massimo Donelli, che sembra cadere dalle nuvole:
Trovo quantomeno singolare che si faccia il processo a un programma non ancora andato in onda e che, oltretutto, è, fin qui, solo uno fra i tanti progetti sperimentali ai quali stiamo lavorando. Ma, visto che c’è l’occasione di farlo, mi piace dire che agli autori abbiamo dato due indicazioni ben precise.
La prima: costruire il programma sulle materie scolastiche che ogni italiano, studente o ex studente, dovrebbe padroneggiare.
La seconda: mettere al centro del programma insegnanti preparati e disposti a colmare, in una dimensione insieme seria e ludica, le lacune degli alunni-star.
Obiettivo: valorizzare una professione che è troppo spesso sottovalutata in un gioco di contrasto con la scarsa preparazione di persone note, simpatiche, amate dal pubblico, ma bisognose di rinfrescare le nozioni base dei tempi della scuola.
Se questo progetto andrà in porto e se saremo bravi a realizzarlo, sono certo che ne trarranno beneficio non solo i protagonisti, ma anche i telespettatori che, una volta tanto, avranno occasione di misurare, e magari arricchire, le proprie conoscenze; e apprezzare, una volta di più, il valore di un bravo insegnante. Tutto qui…».
Tutto qui. O quasi. Perché la fuori, nel mondo dei telespettatori, vivono anche i precari. E persino gli insegnanti precari. E probabilmente, ai precari, l’essere vittime del sistema e l’essere anche invitati a farsi provinare per fare il loro lavoro – quello che vorrebbero fare nella vita vera – in televisione, in un reality, be’, potrebbe anche non andare per nulla a genio.