Rai, Tarantola: “L’Isola dei famosi e Miss Italia aboliti. Matrimonio Marini? Un incidente”
L’intervista al presidente della Rai Anna Maria Tarantola.
Anna Maria Tarantola, presidente della Rai, ha concesso una lunga intervista al quotidiano La Stampa nella quale ha affrontato molti temi che riguardano la tv pubblica. La donna voluta da Mario Monti al vertice di Viale Mazzini ha premesso:
Credo che la Rai, come concessionaria del servizio pubblico in Italia, debba avere una sua distinguibilità, una sua cifra. Penso che una persona, quando accende la Tv, debba capire se sta guardando la Rai o un’altra emittente.
Tra i tratti distintivi della tv pubblica uno viene rivendicato con particolare vigore dall’ex dirigente della Banca d’Italia:
La qualità, sempre, in tutto: informazione, fiction, intrattenimento. Qualità vuol dire equilibrio, correttezza, no al sensazionalismo, no alla Tv del dolore (…) Dobbiamo raccontare anche le cose negative perché, se non le si conosce, non le si può combattere. Ma dopo il racconto, bisogna offrire un messaggio di proposta per affrontare il problema. Vorrei un’informazione verificata, con un pluralismo non solo politico, ma di genere, di culture, di territorio, di voci.
Per spiegare come coniugare share e qualità, la Tarantola ha fatto nomi e titoli di programmi, bocciando definitivamente L’isola dei famosi (che già in questa stagione non è andata in onda) e Miss Italia (che infatti a settembre non sarà trasmessa):
È la sfida che ci proponiamo e, per esempio, Benigni, con la lettura della Costituzione in tv, ha dimostrato che è possibile. Abbiamo abolito ‘L’isola dei famosi’ e ‘Miss Italia’ perchè non rientravano in questo progetto..
Quando le è stato fatto notare che però la rete ammiraglia della tv pubblica ha trasmesso in diretta persino il matrimonio di Valeria Marini (con bestemmia inclusa), la Tarantola ha replicato:
Sono incidenti che possono sempre succedere e spero che ne succedano sempre di meno. Ma vorremmo che la donna sia rappresentata in tv in modo diverso, che la fiction sia più contemporanea, racconti storie più realistiche.
Il presidente ha quindi detto la sua anche sulla moltiplicazione dei canali Rai, al momento a quota 11:
Sull’utilità di questi canali abbiamo avviato uno studio e non so se siano necessari davvero tutti. Ma proprio perché siamo servizio pubblico, dobbiamo offrire prodotti specifici per tutte le esigenze, caratterizzando i programmi sempre di più. Questo vale anche per le reti generaliste. Oggi, lo fanno più nelle intenzioni che nei fatti. La prima rete deve essere la tv delle famiglie, la seconda dei giovani e la terza della cultura e della trasversalità. È vero, però, che i canali tematici sono poco conosciuti. Abbiamo fatto più pubblicità a questo proposito e lo faremo ancor di più e meglio.
Inevitabile parlare anche di numeri e conti. Alla Tarantola, che ha ammesso di aver “lavorato molto in un ambiente che non conoscevo, soprattutto per l’aspetto editoriale”, è stato citato il dato dei 244 milioni di perdite con cui la Rai ha chiuso il bilancio:
Nel 2012 ci siamo trovati con 200 milioni in meno di pubblicità e con 140 milioni di costi in più, per via di quegli eventi sportivi che capitano negli anni pari. Il totale fa ben 340 milioni. Siamo riusciti a risparmiare, in un solo anno, circa 100 milioni. Le pare poco?
Infine, ad un anno circa dall’incarico, il giudizio finale non particolarmente entusiasta:
Limitiamoci a dire che il bilancio non è negativo. La diagnosi è stata impostata, l’indicazione di dove vogliamo arrivare pure, sono state individuate le tappe e alcuni passi sono stati già fatti.