Tg5 Punto Notte, Mimun presenta il nuovo spazio giornalistico di seconda serata (e difende La guerra dei vent’anni)
Alla conduzione di Tg5 Punto Notte Gioacchino Bonsignore con Susanna Galeazzi e Francesca Pozzi.
Partirà lunedì 20 maggio alle 23.30 su Canale 5 il nuovo programma di approfondimento giornalistico dal titolo Tg5 Punto Notte. Condotto da Gioacchino Bonsignore (con lui – ideatore della rubrica Gusto – dovrebbero esserci anche Susanna Galeazzi e Francesca Pozzi), la trasmissione di fine giornata andrà in onda dal lunedì al giovedì e sarà curata da Clemente Mimun e dai vicedirettori Claudio Fico e Andrea Pucci.
Il direttore del notiziario della rete ammiraglia di Mediaset, intervistato dal quotidiano Libero, ha rivendicato il fatto che ora il “Tg5 ha una night line che copre l’intera settimana”, o quasi aggiungiamo noi; infatti il venerdì sera Tg5 Punto Notte lascerà il posto a Speciale Tg5, mentre la domenica va in onda L’Arca di Noè (che, stando alle parole di Mimun dovrebbe spostarsi in seconda serata, sebbene finora sia andato in onda in orari diurni). L’ex direttore del Tg1 ha spiegato cosa succederà nel nuovo spazio giornalistico di seconda serata:
Delle quattro o cinque notizie quotidiane più importanti, ne sceglieremo una, cercando di raccontarla e approfondirla nei suoi vari aspetti, con l’aiuto di ospiti di prima grandezza. Inoltre ogni settimana saremo collegati con un giornale diverso e il suo direttore, per farlo conoscere meglio alla gente e offrire allo stesso tempo un punto di vista autorevole.
Tg5 Punto Notte, così, va a colmare con netto ritardo il clamoroso vuoto lasciato da Matrix, che in questa stagione non è stato confermato (anche perché Alessio Vinci era stato promosso alla domenica pomeriggio); spazio che era stato maldestramente riempito da repliche e film e che aveva palesato una situazione francamente imbarazzante e ingiustificabile per una rete che rivendica credibilità anche sul tema dell’approfondimento giornalistico (ma sicuramente ci sarà chi sosterrà che Barbara d’Urso assolve questo compito alla perfezione). A tal proposito (o forse no) Mimun ha anche commentato il flop de La guerra dei vent’anni, il programma condotto da Andrea Pamparana (“un signor giornalista”) dedicato al processo Ruby:
Penso sia giusto sentire tutte le campane e dare anche a chi è sotto processo la possibilità di spiegare la propria versione. Non ho sbagliato niente di sbagliato in quel prodotto. Il fatto è ormai che chi dà contro a Berlusconi è considerato un eroe, mentre gli altri sono dei faziosi.
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