Verissimo? Una trasmissione “da salvare”
Da ultimo arrivato nella squadra di Tv Blog, ritengo doveroso sbottonarmi un po’ e chiarire la mia posizione sulla tv. In un recente commento, un lettore mi ha sottoposto un prezioso spunto di riflessione, chiedendomi quali trasmissioni possiamo salvare nei palinsesti nostrani. Ecco, assumendomi tutte le responsabilità di questa scelta, io opterei, pur consapevole di
Da ultimo arrivato nella squadra di Tv Blog, ritengo doveroso sbottonarmi un po’ e chiarire la mia posizione sulla tv. In un recente commento, un lettore mi ha sottoposto un prezioso spunto di riflessione, chiedendomi quali trasmissioni possiamo salvare nei palinsesti nostrani. Ecco, assumendomi tutte le responsabilità di questa scelta, io opterei, pur consapevole di inimicarmi l’opinione collettiva, per Verissimo.
Premesso che mi si sta chiedendo di “salvare” una trasmissione e non di premiarla a pieni voti come esempio di tv di qualità, ho pensato che il rotocalco di Canale5 condotto da Paola Perego meriti un po’ di clemenza dopo una stagione così travagliata. All’indomani del restyling mancato a cura di Corbi & Brindisi, un’esperienza decisamente imbarazzante e totalmente priva di appeal, ho visto nell’arrivo della Perego una piacevole rivoluzione, in termini di ritmo guadagnato da un impianto stantio e povero di colpi di scena.
Per molti anni Verissimo è stato la controfigura de La Vita in diretta, dalle cui labbra pendevano gli amanti della cronaca rosa nonostante il sempre più evidente degrado autorale. Agli stessi tempi della Parodi, giustamente rimpianta per il valore aggiunto della sua professionalità giornalistica, nel pomeridiano di Canale5 non succedeva mai nulla che fosse degno di nota. Da gennaio, invece, la svolta: ci siamo liberati delle clip pre-registrate sulla Lecciso Story, del materiale di repertorio, dei servizi preconfezionati e totalmente estranei all’attualità, salvo qualche esclusiva sbrodolata per tutta la settimana fino alla nausea. La nuova versione di Verissimo, per quanto mi riguarda, ha pienamente onorato, se non superato, le aspettative iniziali per il solo merito di proporre una trasmissione fresca, godibile, ricca di ospiti e argomenti che ci hanno fatto discutere e, perchè no, anche polemizzare, ma senza mai trascendere nel cattivo gusto. Non mi pare di aver mai assistito a scene forti o alterchi raccapriccianti, nè di essermi imbattuto unicamente nel giro di soliti ignoti (visto che a variare i contenuti della scaletta sono intervenuti ospiti di più ampio raggio, opinionisti esperti, colleghi conduttori e attori). Insomma, nonostante le minacce di un’involuzione totale verso il trash, all’indomani del divorzio dal Tg5, Verissimo è riuscito a mantenere una tenuta dignitosa e al contempo accattivante, sotto la firma di una testata altrettanto importante come Videonews. E il merito di questa sfida che, al di là di tutto, può dirsi vinta, va alla professionalità di una donna difficilmente spontanea e simpatica alle masse, ma proprio per questo in grado di conferire al rotocalco un’impronta di eleganza e professionalità. Qualcuno mi dirà che, in fondo, dietro le quinte agiva la presenza incombente di Lucio Presta, pronto a favorire i suoi adepti e a manovrare le fila della situazione? Ebbene, ai detrattori più incalliti risponderò che illudersi che la tv possa cambiare e non essere asservita allo strapotere degli agenti è una chimera. Quel che più conta, per noi telespettatori, è assistere a del sano intrattenimento, godibile, moderato e senza troppe sbavature. Se devo pensare ad una tv che non sia nè per elite impegnate (Fazio, Bignardi, Gabanelli), nè alimentata dal puro trash (reality vari) e riabilitare una forma di spettacolo nazionalpopolare, ma non per questo volgare, io pongo in questa categoria aperta a tutti, senza discriminazioni nè pregiudizi, Verissimo. Con il rimpianto di non poter divertirmi ancora l’anno prossimo, nel seguire le chiacchiere da salotto a cui un po’ tutti ci eravamo abituati… Quel piacevole gossip da sottofondo quotidiano, che ci accompagna nelle più diverse attività pomeridiane e di cui, in fondo, non possiamo fare a meno.